Morti sul lavoro: mille le vittime da gennaio a novembre del 2024, diciotto in Calabria

Calabria Cronaca

“Sono già mille le vittime sul lavoro nel nostro Paese da inizio 2024 a fine novembre. E manca ancora un mese per chiudere il drammatico bilancio di fine anno. I numeri parlano di un incremento degli infortuni mortali rispetto al 2023: erano infatti 968. Stiamo parlando dunque di trentadue vite spezzate in più nell'anno appena trascorso”.

Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente di Mestre, commenta alcuni dei più significativi passaggi dell’ultima dettagliata analisi dell’emergenza realizzata dal proprio team di esperti.

"E i riflettori della sicurezza sul lavoro - continua - dovrebbero essere puntati sui dati relativi al settore delle costruzioni e ai lavoratori stranieri: sono soprattutto i cantieri a uccidere con 147 decessi. E ancora, come nel passato, quest'ultimi fanno rilevare un’incidenza infortunistica ben superiore alla media nazionale. Dobbiamo proteggere in modo molto più efficace i lavoratori stranieri, lavorando sulla formazione per superare le frequenti difficoltà legate alla comprensione della nostra lingua e a un background culturale molto diverso dal nostro. Un monito fondamentale, al fine di contribuire a un’inversione dell’attuale e sempre più tragica rotta dell’emergenza".

I RISCHI REGIONE PER REGIONE

A finire in zona rossa con un’incidenza superiore al +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 31,0 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono Basilicata, Valle d’Aosta, Umbria, Trentino-Alto Adige, Campania, Sardegna e Sicilia.

In zona arancione: Molise, Puglia, Emilia-Romagna e Calabria. In zona gialla: Liguria, Abruzzo, Lazio, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Toscana. In zona bianca: Veneto e Marche.

LAVORATORI STRANIERI

Gli stranieri deceduti sono 164 su un totale di 731, con un rischio che continua a essere più che doppio rispetto agli italiani. Infatti, si registrano 69,1 morti ogni milione di occupati, contro i 26,7 degli italiani.

IL FENOMENO PER FASCE DI ETÀ

Un dato che continua a essere preoccupante tra i lavoratori è quello dei più anziani. Infatti, l’incidenza più elevata si registra proprio nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (con incidenza di 131,5), seguita dalla fascia di lavoratori con età compresa tra i 55 e i 64 anni (con incidenza pari a 49,7), che è anche la più colpita dagli infortuni mortali (254 su un totale di 731).

I NUMERI ASSOLUTI

Ancora in Lombardia il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (121). Seguono: Campania (73), Emilia-Romagna (68), Lazio (67), Sicilia (57), Veneto (49), Piemonte (48), Puglia (44), Toscana (39), Sardegna (24), Trentino-Alto Adige (23), Liguria (19), Calabria (18), Umbria (17), Abruzzo e Basilicata (15), Friuli-Venezia Giulia (14), Marche (12), Valle d’Aosta e Molise (4).

LE COSTRUZIONI IL PIÙ COLPITO

E' ancora il settore delle Costruzioni a far rilevare il maggior numero di decessi: sono 147. Seguito da Trasporti e Magazzinaggio (99), dalle Attività Manifatturiere (94) e dal Commercio (51).

LE VITTIME PER GENERE

Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro sono 50, mentre 30 in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro. Gli stranieri sono 164, in itinere 45.

Il martedì risulta essere anche a fine novembre il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nei primi undici mesi dell’anno (20,2%).

LE DENUNCE

Le denunce di infortunio totali crescono circa dello 0,09% rispetto a novembre 2023; erano 542.568 a fine novembre 2023, nel 2024 sono passate a 543.039. Il più elevato numero arriva dalle Attività Manifatturiere (65.777). Seguono: Costruzioni (34.414), Sanità (33.660), Trasporto e Magazzinaggio (31.958) e Commercio (30.385).

Le denunce di infortunio totali delle lavoratrici sono state 193.606, quelle dei colleghi uomini 349.433. in occasione di lavoro (esclusi dunque gli infortuni in itinere) sono 452.413: 150.316 quelle femminili e 302.097 maschili.

Quelle degli italiani sono 358.200, mentre degli stranieri sono 94.213. La fascia di età più colpita è quella che va dai 45 ai 54 anni con 120.258 denunce (il 22,1% del totale).