800mila calabresi a rischio povertà, Vescovo: Banco Alimentare bene da custodire
“Il Banco alimentare è un bene che va assolutamente custodito”. Così l’Arcivescovo di Cosenza-Bisignano, monsignor Giovanni Checchinato che ha espresso la sua preoccupazione per la vicenda e le difficoltà che sta vivendo il Banco Alimentare per la Calabria, che aveva il centro di distribuzione nella zona industriale di Montalto Uffugo.
Senza voler entrare nella diatriba legata alla nuova destinazione dei capannoni di Montalto che accoglievano il centro di distribuzione provinciale, ovvero i locali nell’ex Comac il cui contratto è scaduto a dicembre scorso e su cui non è stata concessa dai proprietari alcuna proroga, monsignor Checchinato ha voluto esprimere la sua forte preoccupazione e ribadire il valore di un servizio agli ultimi attraverso questa rete capillare di parrocchie, enti, istituti e associazioni religiose e laiche.
“In una terra dove le difficoltà economiche sono maggiori, dove la disoccupazione è alta, le famiglie sono monoreddito, ci sono tanti pensionati, - ha detto l’arcivescovo - è quantomai urgente che le Istituzioni comunali e sovracomuali, alle quali rivolgo il mio appello, insieme alla Chiesa e a quanti lo desiderano (privati, enti fondazioni) si siedano attorno ad un tavolo per individuare con celerità una soluzione che non è favore della pur meritevole opera del Banco Alimentare ma soprattutto di quanti periodicamente ne beneficiano”.
“L’opera del banco – ha sottolineato ancora mons. Checchinato - è sotto gli occhi di tutti. Gesù stesso (come è richiamato in apertura del bilancio sociale dell’Ente) quando si accorge che le folle venute per ascoltarlo hanno fame, non ignora il problema, e neppure fa un bel discorso sulla lotta alla povertà, ma compie, un gesto che lascia tutti stupiti: prende quel poco che i discepoli hanno portato con sé, lo benedice, e moltiplica i pani e i pesci. Qui non si tratta di operare miracoli ma di fare ciascuno la propria parte”.
La distribuzione alimentare periodica sostiene mense e attività solidali ed è un segno di speranza, piccolo, ma che dà consolazione e spinge a fare il bene, a condividere con chi ha di meno, con chi ha poco sulla tavola.
La Calabria ha il 42,8% della popolazione a rischio povertà ed esclusione sociale. La crisi economica e l’inflazione galoppante hanno creato 600 mila nuovi poveri nel meridione.
Parlando di casa nostra, in Calabria ci sono oltre 800 mila persone che vivono in famiglie a rischio povertà. Nella sola provincia di Cosenza operano 244 strutture caritative su un totale di 598 accreditate su base regionale per un totale di 130mila assistiti a cui sono stati distribuiti beni per un valore economico di circa 20 milioni di euro nel solo 2023.
Va ricordato che le operazioni di distribuzione delle derrate alimentari va nella direzione del superamento della cultura dello spreco del cibo e di tutto ciò si avvicinano alla naturale scadenza o destinato a deperimento.