Le bancarelle ai mafiosi e l’accordicchio sullo stadio: ex sindaco in manette

Reggio Calabria Cronaca
Bruno Bartolo

Sono scattati gli arresti domiciliari per l’ex sindaco di San Luca, Bruno Bartolo, e per un assessore con delega alle opere pubbliche, urbanistica in carica dal maggio 2019 al giugno scorso; quattro dirigenti della squadra di calcio locale si sono visti invece applicare altrettanti obblighi di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria.

La compagine sportiva dell’Asd San Luca 1961 è stata poi sottoposta ad una interdittiva con cui gli è stata revocata la concessione dello stadio “Alvaro”, mentre per lo stesso impianto è scattato il sequestro preventivo.

Un vero e proprio terremoto ha svegliato stamani il piccolo centro reggino per una indagine della Procura di Locri che ha portato il Gip del tribunale locale ad emettere le misure, eseguite prontamente dai carabinieri del comando provinciale.

Gli inquirenti contestano a tutti, ed in concorso, i reati di turbata libertà degli incanti, e quanto ai due amministratori pubblici il falso ideologico commesso da un pubblico ufficiale in atti pubblici, certificati e autorizzazioni amministrative. Al solo ex sindaco, poi, anche l’apertura abusiva di luoghi di pubblico spettacolo.

Tutti i fatti contestati, che risalgono al periodo compreso tra l’agosto del 2022 ed il gennaio 2024, si riferiscono a due diverse vicende.

La prima riguarda l’assegnazione degli spazi pubblici nell’area mercatale del Santuario di Polsi; la seconda la concessione alla squadra cittadina dello stadio comunale.

LE BANCARELLE DELLA FIERA

Tutto parte da una serie di controlli amministrativi eseguiti dai militari di San Luca in alcune attività commerciali, a settembre del 2022, in occasione della cosiddetta Fiera della Montagna, organizzata dal Comune presso il Santuario aspromontano che come noto, oltre ad essere un importante luogo di culto è purtroppo balzato alle cronache come poiché vi si sono svolti diversi summit di ‘ndrangheta.

Acquisita numerosa documentazione ed effettuate una serie di intercettazioni audio e video, i militari sospettano quindi vi sia stata una vera e propria “intesa collusiva” tra l’ex sindaco e l’assessore del tempo ed i commercianti dell’area mercatale.

Gli investigatori sostengono difatti che l’assessore, come responsabile della procedura di assegnazione degli spazi pubblici destinati alla vendita di articoli religiosi, alimenti e bevande durante le festa di settembre, con la collaborazione del primo cittadino e con atti falsi, avrebbe rilasciato i titoli autorizzativi al commercio a soggetti ritenuti legati o comunque vicini alla ‘ndrangheta sanluchese, quasi tutti già condannati o sottoposti a misure di prevenzione.

In pratica, si ipotizza che l’assessore abbia rilasciato le autorizzazioni senza avviare alcuna istruttoria, senza redigere graduatorie, in alcuni casi addirittura senza che i beneficiari avessero presentato una richiesta specifica. Dunque eludendo le procedure previste dal bando di gara indetto ma mai portato a termine: per gli inquirenti “volutamente”.

LA CONCESSIONE “FACILE”

L’altra vicenda contestata, come accennavamo riguarda poi lo stadio “Alvaro”, su cui gli investigatori sospettano sia esistita un’altra intesa illegale che avrebbe visto coinvolti ancora una volta l’ex sindaco e l’assessore ed i dirigenti della società sportiva, che all’epoca disputava il campionato di Serie D.

Dalle intercettazioni emergerebbe infatti che tra il mese di novembre del 2023 ed il gennaio del 2024, vi sia stato un accorso per affidare la concessione dell’impianto cittadino alla Asd San Luca 1961, senza rispettare però le procedure previste dalla legge.

L’applicazione di quest’ultima non avrebbe dovuto portare alla concessione esclusiva dello stadio, anzi avrebbe dovuto portare addirittura all’esclusione della compagine locale per “plurime e gravi inadempienze contrattuali commesse negli anni precedenti”, affermano i militari.

La Procura sostiene che gli amministratori pubblici ed i rappresentanti della squadra si siano incontrati più volte negli uffici comunali, pattuendo clausole e stabilendo i passaggi formali da adottare, così che la società calcistica potesse aggiudicarsi ancora la concessione dell’impianto a condizioni economiche ritenute vantaggiose e con le spese interamente a carico dell’ente e, quindi, dei contribuenti.

Nello stesso frangente l’ex primo cittadino, per permettere alla squadra di allenarsi e di continuare a giocare alla presenza del pubblico di casa avrebbe rilasciato all’Asd diverse autorizzazioni in cui avrebbe attestato falsamente l’agibilità dell’impianto.