Esodo giovanile a Crotone: è allarme rosso in una città che invecchia sempre più
La provincia di Crotone ha perso negli ultimi dieci anni più di ottomila giovani di età compresa tra i 15 ei 34 anni: una vera e propria una crisi demografica senza precedenti che emerge dalle analisi della Cgia, con talenti e energie che stanno abbandonando la città “riducendo il potenziale di innovazione e crescita economica” di un territorio già provato da difficoltà di sviluppo strutturali.
“L’emigrazione, ed in particolare quella giovanile - ribadiscono dal comitato locale di Demos, Democrazia Solidale - è sempre stato un fenomeno sociale diffuso nel nostro territorio, un fenomeno troppo spesso strumentalizzato e puntualmente trascurato, al limite dell’irresponsabilità, dalla classe politica del nostro territorio. Una classe politica che non è stata all’altezza di affrontare con competenza, perseveranza e tenacia, le cause profondamente strutturali a monte di questo fenomeno: un mercato del lavoro stagnante che non offre opportunità di crescita professionale, le carenze infrastrutturali e la precarietà dei servizi. Una miopia politica che ci costerà cara”.
Secondo il comitato, difatti, la perdita di giovani talenti e di forze lavoro, avrebbe impatti negativi su diversi aspetti dell'economia crotonese: “determina fatalmente il declino del tessuto imprenditoriale, l’invecchiamento della popolazione e conseguente aumento della spesa sociale, il depauperamento del settore terziario, la fuga di capitali e la diminuzione di investimenti nel territorio”.
“Di fronte a questa emergenza - dice - le amministrazioni che si sono succedute nel corso degli anni, ed in particolar modo negli ultimi, hanno dimostrato una preoccupante incapacità di elaborare strategie efficaci per contrastare lo spopolamento giovanile. Le politiche adottate sono state spesso frammentarie e insufficienti, incapaci di affrontare le cause profonde del problema. I nostri giovani sono spesso ai margini delle politiche implementate a tutti i livelli, isolati, privi di luoghi di aggregazione che sono fucina di innovazione sociale e luoghi dove si tessono relazioni e reti sociali che canalizzano il capitale umano di qualsiasi realtà”.
Secondo DemoS, poi, le iniziative messe in atto, più che andare in questa direzione, tradirebbero quella che definisce come “una superficiale idea di Fast Food Culturale, caratterizzato da una soddisfazione istantanea di un bisogno sociale profondo, attraverso esperienze effimere, che si esauriscono rapidamente ma al contempo non contribuiscono all’arricchimento intellettuale o spirituale delle persone coinvolte. In altre parole, chi partecipa a tali eventi viene considerato come un consumatore passivo, non coinvolto attivamente nella riflessione o nell’impegno”.
“Tutto questo - sbotta il comitato cittadino - in una totale assenza di azioni che possano rilanciare la dimensione lavorativa e che possano in qualche maniera stimolare i giovani a rimanere nel territorio. Stancano le dichiarazioni che imputano ai giovani il fatto di dover investire nel territorio senza offrire loro le condizioni per farlo”.
Per Democrazia Solidale, quindi, è giunto il momento di cambiare rotta e di adottare un approccio più ambizioso e lungimirante: “le politiche giovanili - afferma - saranno al centro della nostra azione politica, perché crediamo fermamente che sia possibile invertire il trend agendo su più fronti in modo sistematico e con una chiara visione di insieme che parta da un intenso lavoro sulle condizioni strutturali e abbia come cardine il coinvolgimento diretto dei giovani per stimolarne la partecipazione attiva e la riflessione”.
“Bisogna assolutamente trovare il modo di collaborare tra istituzioni, imprese e società civile per rilanciare una visione collettiva della città che veda impegnati i giovani come attori attivi e portatori di idee e innovazione valorizzandone il potenziale socio – economico ma, soprattutto, umano” conclude DemoS Crotone.