Premio Sila: successo per la presentazione del libro di Ritanna Armeni

Cosenza Tempo Libero

Un evento di grande spessore culturale. È stato questo la presentazione del libro "A Roma non ci sono le montagne. Il romanzo di via Rasella: lotta, amore e libertà" di Ritanna Armeni, pubblicato nella Collana Scrittori da Ponte alle Grazie.

Organizzata dalla Fondazione Premio Sila, venerdì 28 febbraio, alla libreria Feltrinelli di Cosenza, la serata ha visto la partecipazione della stessa autrice, che ha dialogato con il presidente della Fondazione, l’avvocato Enzo Paolini e la direttrice del Premio, Gemma Cestari.

In un’atmosfera di riflessione, il pubblico ha potuto immergersi nelle pagine del romanzo che racconta uno degli episodi più emblematici e controversi della Resistenza italiana: l’attentato di via Rasella del 23 marzo 1944. La scrittrice, ha saputo restituire non solo i fatti storici ma anche l’umanità dei giovani partigiani che vi presero parte, trasformandoli da semplici simboli a figure tridimensionali, con le loro fragilità, determinazioni e dilemmi morali.

"La storia del “ragazzi di Via Rasella” ha evidenziato Gemma Cestari - rappresenta ancora un tassello di un’opera complessiva e unitaria, una sorta di “scrittura parallela” della storia del Novecento che l’autrice ha iniziato con la sua prima opera dedicata alla rivoluzionaria Inessa Armand e che ha continuato negli altri romanzi raccontando le vicende di personaggi e storie che la Storia ufficiale ha trascurato. Attraverso il punto di vista di donne uomini appassionati e innamorati della libertà, ci ha fatto conoscere le dinamiche reali dei movimenti storici, come solo la buona letteratura può fare".

La discussione, ha messo in luce la grande capacità del libro di restituire un’immagine autentica della Resistenza romana. Armeni dà voce ai protagonisti dell’azione partigiana – ragazze e ragazzi come Carla Capponi, Rosario Bentivegna e Mario Fiorentini – indagandone le motivazioni profonde, i sacrifici personali e le vite quotidiane fatte di letture, amori e ideali.

Attraverso una narrazione avvincente e ricca di dettagli, l’autrice porta il lettore nel cuore pulsante di quel giorno cruciale. Esplora i caratteri dei suoi protagonisti con precisione giornalistica: Rosario Bentivegna, lo spazzino studente di medicina con le poesie di Montale in tasca. Mario Fiorentini, brillante matematico che abbandonò gli studi per unirsi alla Resistenza. E tanti altri giovani che scelsero di opporsi all’occupazione nazista con coraggio e determinazione. La narrazione, non si limita a celebrare le loro azioni, ma stimola una riflessione profonda sulle difficoltà di vivere in un contesto storico così complesso e sulle conseguenze delle loro scelte.

"È un'opera che può provocare sofferenza perché mostra come spesso i grandi valori possano essere dimenticati, messi da parte o occultati" ha evidenziato Ritanna Armeni. Allo stesso tempo, è un libro fondamentale perché parla di giovani che vivevano con assoluta coerenza tra idee e azioni. Erano ragazzi che desideravano la libertà e per essa hanno combattuto fino a rischiare la propria vita - sfidare l'esercito tedesco nel 1944 non era certo un'impresa da poco".

"Questi giovani hanno molto da insegnare anche oggi, non solo alle nuove generazioni: l'importanza di avere valori, principi e sentimenti giusti, ma soprattutto la necessità di metterli in pratica. Loro lo hanno fatto nel modo più radicale, con una militanza fortissima, mettendo a rischio la vita in quella che è stata la più grande azione partigiana nell'Europa occupata dai nazisti" ha sottolineato inoltre.

Durante l’incontro è emerso anche il legame tra l’attentato di via Rasella e la strage delle Fosse Ardeatine, spesso raccontato attraverso una narrazione che ha attribuito corresponsabilità ai partigiani. "Ho voluto scrivere questo libro perché racconta una storia che si è cercato di dimenticare" ha chiosato l'autrice.

"L'orrore delle Fosse Ardeatine - ha sottolineato ha paradossalmente oscurato l'azione di via Rasella, e questi giovani partigiani sono stati a lungo emarginati dalla memoria collettiva, se non addirittura considerati in qualche modo responsabili dell'atrocità nazista. Ho voluto ridare loro voce, raccontando le loro storie, le motivazioni che li spinsero a compiere quell'azione e come vivessero la loro quotidianità da partigiani nella Roma occupata".

"La forza del lavoro di Ritanna Armeni - ha sottolineato l'avvocato Paolini durante la presentazione - sta nella capacità di trasformare quelle che per molti sono solo pagine di storia in un racconto vivo e pulsante. Il suo romanzo ci consente di vedere in profondità le motivazioni che spinsero quei giovani a rischiare tutto per un ideale di libertà. È un'operazione culturale necessaria, soprattutto in un'epoca in cui la complessità di quegli eventi viene spesso banalizzata".

In una discussione serrata e appassionante, che ha coinvolto anche i presenti, quest'ultimo si è soffermato sulle questioni etiche e di diritto che per anni hanno accompagnato e distorto l’azione dei giovani del Gap, e ha sottolineato le contraddizioni irrisolvibili, anche rispetto all’attualità, del diritto di guerra.

L’evento, si è concluso con un caloroso applauso del pubblico presente, che ha apprezzato sia la profondità dei temi trattati sia la capacità dell’autrice, di coinvolgere emotivamente i lettori attraverso una scrittura intensa e appassionata.