Imprenditori “strozzati” con tassi del 177%, il deus gestiva il business dai domiciliari
Imprenditori reggiani caduti nelle maglie dell’usura e costretti a pagare interessi insopportabili, che avrebbero raggiunto addirittura il 177 per cento sul capitale prestato.
È quanto emerge dall’inchiesta Ottovolante (QUI) che stamani ha portato ad arresti e perquisizioni a Reggio Emilia, eseguite dalla Guardia di Finanza, che ha fatto scattare le manette ai polsi di un noto imprenditore della zona, per il quale si sono spalancate le porte del carcere, mentre un’altra persona è finita ai domiciliari e ad una terza è stato applicato il divieto di dimora in Emilia.
Secondo gli inquirenti sarebbero, appunto, degli usurai e per questo sottoposti a perquisizione personale e locale, oltre che al sequestro di denaro e beni per un valore di circa 413 mila euro, ritenuti il profitto delle presunte attività illecite.
L’indagine di oggi fa seguito a quanto emerso dopo l’arresto, il 16 agosto dell’anno scorso, di due calabresi ritenuti a capo di un gruppo criminale interessato da una precedente operazione, denominata Minefield (QUI), insieme all’imprenditore reggiano.
I soggetti erano gravemente sospettati di usura ed estorsione, avendo peraltro riscosso dei crediti usurari di elevato importo, con interessi da oltre 50 mila euro e pari al capitale ricevuto, fatti contrarre ad un imprenditore campano in difficoltà economiche e vittima tra l’altro di minacce e violenze.
Le investigazioni eseguite successivamente avrebbero portato ad identificare altre tre persone che sarebbero state vittime dello stesso imprenditore reggiano, che avrebbe continuato a gestire i suoi affari dando indicazioni al suo entourage nonostante fosse stato prima in carcere e poi ai domiciliari.
Dalle ricostruzioni sarebbe emerso che le vittime avrebbero contratto debiti, complessivamente, per oltre 150 mila euro a tassi altissimi, a fronte dei quali avrebbero dovuto restituire circa 413 mila euro di soli interessi, aggravando, pertanto, le proprie condizioni economiche con delle inevitabili e negative ripercussioni sulle loro aziende, oltre che turbando fortemente il proprio stato emotivo e psico-fisico.
L’OPERAZIONE di stamane è stata condotta dai finanzieri di Reggio Emilia e dei Reparti specialistici delle Fiamme Gialle, oltre che dai loro colleghi dello Scico. L’indagine è stata coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo emiliano, diretta dal Procuratore Calogero Gaetano Paci.