Soldi prestati a tassi fino al 120%. Usura ed estorsione: cinque arresti nel crotonese
Un giro di prestiti usurai con tassi di interesse annuali che oscillavano tra il 30 e il 120%. Una pratica piuttosto diffusa e anche da anni, quantomeno dal 2012, tra i comuni di Cutro e Isola Capo Rizzuto, nel crotonese, e di Botricello e Belcastro, nel catanzarese.
Un’attività illecita che, secondo gli inquirenti, sarebbe stata “in grado di affiancarsi e sostituirsi ai canali legali del mercato finanziario” ed “approfittando delle difficoltà del contesto economico del territorio, mutarsi in pratica usuraia”.
È quanto portato alla luce dalla Guardia di Finanza di Crotone che stamani, nell’ambito dell’operazione “Turòs”, ha fatto scattare le manette ai polsi di cinque persone accusate appunto di usura, anche aggravata dalle modalità mafiose, e di estorsione ed abusivismo finanziario.
Le porte del carcere si sono così spalancate per due di loro, un imprenditore agricolo cutrese di 51 anni ed un commerciante al dettaglio crotonese di 42 anni; mentre sono stati sottoposti ai domiciliari un dipendente di cantieri edili, un crotonese di 43 anni; un isolitano di 45 anni che lavora invece in una cooperativa di pesca; ed un cutrese di 67 anni, piccolo imprenditore agricolo, padre del 42enne crotonese finito tra le sbarre.
Contestualmente sono stati sequestrati - nell’ottica di una successiva confisca per sproporzione - un appartamento, un’imbarcazione e depositi bancari per un valore di oltre 130 mila euro, riconducibili, anche attraverso l’interposizione del proprio nucleo familiare, al 51enne di Cutro.
LE INDAGINI, eseguite anche con intercettazioni telefoniche, video ed ambientali, fanno ritenere dunque di aver fatto luce su sulla concessione “abusiva” di presiti di denaro.
L’ipotesi è che proprio in questo contesto abbiano operato gli indagati che, nonostante la loro avvedutezza nell’interloquire con i propri debitori, utilizzando termini criptici e codificati, avrebbero concesso prestiti per oltre 100 mila euro a cinque piccoli imprenditori locali che operano nel settore edile e del commercio al dettaglio.
Imprenditori che, in stato di difficoltà economica, avrebbero ottenuto il denaro ma ad un tasso d’interesse annuo, come dicevamo, che oscillava tra il 30 e il 120% ed ottenendo, anche tramite minacce e pressioni psicologiche, vantaggi economici per oltre 75 mila euro: ad esempio, a fronte di un prestito di 5 mila euro erogato nel 2013, sarebbero stati restituiti, nell’arco di 5 anni, interessi per 30 mila euro.
In uno dei casi accertati dagli investigatori, in cui risulta anche coinvolto per l’erogazione il crotonese di 42 anni, fatti avvenuti tra il 2012 e 2014 e relativi ad un prestito di 70 mila euro ad un imprenditore edile di Cutro, i finanzieri avrebbero accertato che il presunto usuraio, per farsi restituire il capitale e gli interessi, si sarebbe avvalso della collaborazione di soggetti facenti parte della nota cosca locale dei Grande Aracri.
Dalle indagini, poi, sarebbero emersi quattro episodi di concessione di prestiti non usurari, per un ammontare complessivo di circa 50 mila euro, da parte del cutrese di 51 anni, che per non ricadere sotto la lente dell’antiriciclaggio, avrebbe raccomandato ai propri debitori di usare, nei bonifici bancari, causali in linea con l’attività economica svolta.
GLI INDAGATI
A finire in carcere sono: Giuseppe Turrà, 51enne, e Domenico Grande, 42enne, entrambe di Cutro. Ai domiciliari, invece, altri due cutresi, Antonio Grande, 67enne padre del 42enne Domenico, Salvatore Lorenzano, 43enne; e il 45enne di Isola Capo Rizzuto, Antonio Franco.
Indagati nell’ambito della stessa indagine l’ex dirigente del Comune di Crotone, Giuseppe Germinara (50 anni); Giorgio Leo, crotonese (57 anni); Rosario Mattace, anch’egli crotonese (41 anni); Maria Russo (52 anni), Nazario Veralidi (65 anni) e Gregorio Viscomi (53 anni), tutti e tre di Botricello, nel catanzarese; e Maurizio Staglianò (47 anni), di Cropani.
Per questi e a vario titolo la contestazione è di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e abuso d’ufficio.
IL PROVVEDIMENTO di custodia cautelare è stato emesso dal Tribunale di Catanzaro su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, diretta dal Procuratore Capo Nicola Gratteri. L’indagine è stata coordinata dai Sostituti Paolo Sirleo e Domenico Guarascio.