Liberazione, parola d’ordine: “sobrietà”. 80anni fa la fine del giogo nazifascista

Cosenza Attualità

All’insegna della sobrietà, così come richiesto dal Consiglio dei Ministri per rispetto alla scomparsa di Papa Francesco (QUI), anche in Calabria si sono svolte le celebrazioni per l’80° anniversario della Liberazione dell’Italia dall’occupazione delle forze dell’Asse, risultato di un impegno corale di molti appartenenti alle Forze Armate del nostro Paese e della Resistenza, che ha portato poi alla fine della seconda guerra mondiale e del dominio nazifascista, confermando, sotto un’unica bandiera, la ritrovata unità nazionale.

Questa data fu scelta in ricordo del 25 aprile 1945, giorno in cui fu emanato, dal Comitato Nazionale di Liberazione Alta Italia, l’ordine di insurrezione generale in tutti i territori dello Stato occupati dai regimi fascisti e assurse a simbolo della lotta contro la tirannia affermando, al contempo, la grande volontà di ricostruzione materiale e sociale, cui contribuirono insieme tutte le Istituzioni del Paese.

Ricorrenza che appartiene a tutti

Il 25 aprile segna una data carica di significato per il nostro Paese, un momento vivo nella coscienza di ciascuno di noi” ha affermato il governatore Ropberto Occhiuto, ricordando come si celebri in questa occasione, appunto, la liberazione “dall’orrore della dittatura, affermando il primato della democrazia e dei valori a fondamento della Repubblica e della Costituzione”. “Questa ricorrenza appartiene all’intera comunità italiana, nessuno escluso, nel solco della condivisione e dell’unità nazionale”, ha concluso il presidente della Regione.

La cerimonia a Cosenza

Tra le diverse cerimonie svoltesi stamani, quella di Cosenza, in piazza della Vittoria, dove si è tenuta la consueta cerimonia militare al cospetto delle più alte autorità militari e civili cittadine e dei rappresentanti di tutte le associazioni militari e combattentistiche d’arma oltre a una folta rappresentanza degli istituti scolastici della città.

Presenti il Prefetto, massima autorità e rappresentante del Governo; il Comandante Provinciale dei Carabinieri, responsabile del Presidio Militare, il Questore; il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza, il Comandante del 1° Reggimento Bersaglieri; e tutti i rappresentanti provinciali delle altre Forze Armate, dei Vigili del Fuoco, della Polizia Penitenziaria e delle polizie locali, della Croce Rossa Italiana.

Lo schieramento interforze

La cerimonia è iniziata con lo schieramento di una formazione interforze, in armi, composta da militari di tutte le Forze Armate - Esercito con i Bersaglieri del 1mo Reggimento, Marina Militare con la Capitaneria di Porto di Corigliano-Rossano, Aeronautica Militare con il distaccamento di Montescuro e i Carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza - della Polizia di Stato e dei Corpi Civili dello Stato, della Polizia Penitenziaria, insieme ad unità dei Vigili del Fuoco, della Croce Rossa Italiana e del Corpo Volontarie.

Corale la partecipazione delle Associazioni combattentistiche con i loro vessilli e del Comune e della Provincia di Cosenza con i rispettivi Gonfaloni.

La corona d’alloro per i caduti

Il Prefetto Padovano, accompagnata dal Comandante dei Carabinieri, in rappresentanza delle Forze Armate, ha dapprima passato in rassegna i reparti in armi e quindi presenziato alla tradizionale cerimonia dell'alzabandiera, scandita dalle note dell’Inno di Mameli.

Al termine della lettura solenne del messaggio del Ministro della Difesa, è stata deposta una corona d’alloro ai piedi del Monumento ai Caduti, doveroso e riconoscente omaggio alla memoria di quanti, militari e civili, hanno sacrificato la propria vita e i propri affetti per la riconquista di ogni forma di libertà, sociale, etica e politica e per l’affermazione dello stato di diritto della Repubblica Italiana e della sua Costituzione.

Reggio: “sul 25 aprile non si negozia”

Anche Reggio Calabria ha celebrato la giornata con il coinvolgimento delle forze politiche e sindacali cittadine e delle associazioni democratiche e antifasciste Anpi, Alioscia, Ampa venticinqueaprile, Anpc, Fiap, Udi, Anei, Chiesa Valdese, Reggio non tace e Coordinamento Sharon.

Gramsci diceva di odiare gli indifferenti. C'è, a mio avviso, qualcosa di peggiore degli indifferenti: i tiepidi. Coloro che, per tante ragioni, anche di ruolo, indifferenti non possono essere e si dimostrano tiepidi rispetto a una ricorrenza che, ancora adesso, non riescono a vedere per quello che è: la più importante festa nazionale della nostra Repubblica” ha affermato nell’occasione il sindaco Giuseppe Falcomatà, dal palco allestito ai piedi della stele al Partigiano nella villa comunale.

“Che questo avvenga ancora oggi che sono trascorsi 80 anni dal giorno in cui il nostro paese si è liberato dal giogo della tirannia nazifascista - ha aggiunto - che questa difficoltà a pacificarsi con la storia esista ancora oggi, ci impone, ancora di più, di onorare al meglio questa giornata, onorare il ricordo ed il sacrificio dei nostri partigiani e non tradirne l'esempio”.

“Sul 25 aprile - ha poi puntualizzato il primo cittadino - non si negozia. Il 25 aprile non è barattabile. Noi siamo orgogliosi di essere un'amministrazione dichiaratamente antifascista. Vorremmo, però, che tutte le istituzioni e i loro rappresentanti, a livello locale e nazionale, lo fossero e lo dichiarassero apertamente, con orgoglio e senza timidezza”.

No all’ignavia e alla diserzione

Una timidezza, secondo il sindaco di Reggio, che “viene malcelata dietro una parola molto abusata in questi giorni: sobrietà”. “Sobrietà - ha detto ancora - non significa timidezza, non significa ignavia, men che meno diserzione. Significa rispetto. Che è ciò che probabilmente manca. Rispetto per chi non c'è più. Rispetto per il ruolo che si riveste. Rispetto per le persone che nel proprio ruolo istituzionale si rappresentano, cioè tutti. Rispetto per chi, combattendo e morendo, ci ha portato a stare dalla parte giusta della storia”.

“Reggio Calabria - ha concluso Giuseppe Falcomatà - non vuole essere timida, tiepida o ambigua. Reggio Calabria non vuole disertare, ma dire con orgoglio viva l'Italia liberata! viva l'Italia antifascista!”.