Cosenza. Claudio Cordova spiega la “Criminalità socializzata”, presentato il libro

Cosenza Attualità

Un incontro virtuoso, carico di significato e di partecipazione, ma soprattutto all’insegna del valore della “formazione” per le “nuove generazioni” nel contrasto ad una “criminalità che sta abbracciando sempre di più le tecnologie digitali”, quello con il giornalista calabrese Claudio Cordova per la presentazione del suo ultimo capolavoro giornalistico “Criminalità Socializzata”, svoltosi a Cosenza presso la sede della Fondazione Scuola Forense della provincia di Cosenza nell’ambito del “Corso di Deontologia e Tecnica del Penalista”, e che ha determinato il rilascio di crediti formativi, promosso dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Cosenza, dalla Fondazione Scuola Forense di Cosenza, dalla Camera Penale e dalla Camera Minorile di Cosenza.

Il convegno è stato introdotto dall’avvocato Filomena Falsetta, Presidente dell’UAC- Unione Avvocati Cosenza, che ha ringraziato il Presidente del Consiglio dell’Ordine l’avvocato Claudio De Luca non soltanto perché rappresenta la voce dell’Avvocatura cosentina, ma per il suo ruolo cruciale nella collaborazione con le istituzioni forensi e nella promozione dei rapporti con le istituzioni locali per il miglioramento della qualità del nostro sistema giustizia.

"Poi - si legge in una nota degli organizzatori - i saluti dell’avvocato De Luca, il quale ha dichiarato che lo spaccato del libro di Cordova si apre ad una nuova forma della cultura mafiosa che si avvale delle forme di comunicazione più moderne attraverso i social, e ciò che può invertire la tendenza sono i percorsi pedagogici nuovi, che non sono quelli dell’antimafia, ma bisogna andare oltre per creare le prospettive di una società migliore.

De Luca ha affermato ancora di “confidare molto nelle nuove generazioni dell’avvocatura, dalle quali può partire un approccio diverso, non solo professionale ma anche culturale per contrastare il fenomeno mafioso”.

Infine il riferimento del presidente De Luca alle parole del Procuratore Nicola Gratteri, ricordando che “non ha futuro chi fonda la propria prospettiva di vita nell’illegalità”.

A seguire, i saluti dell’avvocato Maura Monteforte, Direttore della Fondazione Scuola Forense di Cosenza, che ha sottolineato l’importanza della formazione nella professione forense nonché come la criminalità trova terreno fertile in questo campo sterminato che è il web, consolidando un’estetica particolarmente attrattiva verso l’utente del web.

Insomma - ha proseguito Monteforte – ci troviamo di fronte ad un bacino universale di contenuti che è impossibile da gestire, in quanto non consente più di discernere la realtà da ciò che invece non è reale.

Infine, i saluti dell’avvocato Rosa Ippolito, Responsabile del Corso Difesa d’Ufficio, che ha dichiarato: “oggi abbiamo pensato di introdurre anche un aspetto sociale e sociologico di questo fenomeno criminale perché ritengo che un avvocato debba avere non solo una formazione specializzata nel diritto ma debba avere una conoscenza della criminalità che va oltre quelle che sono le norme dei nostri codici”.

Poi di nuovo la parola all’avvocato Filomena Falsetta, la quale dopo aver portato i Saluti dell’avvocato Dario Giannicola, (assente per motivi di salute), Coordinatore Regionale per la Calabria del “Dipartimento Antimafia e Educazione alla Legalità” della Federiciana Università Popolare di Roma, guidato a livello nazionale dal Dott. Marcello Vitale, Presidente Emerito della Suprema Corte di Cassazione, ha proseguito definendo Cordova un giornalista ma prima di tutto un uomo depositario di un patrimonio valoriale, in quanto nonostante i rischi personali significativi e le minacce, continua a portare avanti la sua missione contro la criminalità organizzata con coraggio e integrità, tanto da essere diventato una voce indipendente e autorevole nel panorama del giornalismo antimafia e una figura di riferimento nel contrasto alle mafie.

Cordova è un esempio di resistenza civile e giornalistica contro le mafie, un profondo conoscitore delle dinamiche mafiose, ma anche dei maccanismi giuridici che regolano la lotta alla criminalità organizzata; i suoi lavori riflettono infatti la sua capacità di interpretare e spiegare il fenomeno mafioso anche attraverso il prisma delle leggi e delle istituzioni, mostrando una competenza significativa in materia utile per informare il pubblico.

E’ inoltre ispiratore delle nuove generazioni, affinchè acquisiscano una maggiore consapevolezza del fenomeno mafioso e sappiano reagire ai cambiamenti sociali e tecnologici.

“Non ho mai considerato la mafia, e prima di tutto la ndrangheta un fenomeno criminale ed economico – ha dichiarato Cordova dopo aver ringraziato il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Cosenza e gli altri organismi forensi non soltanto per l’organizzazione dell’evento, ma per aver messo insieme realtà diverse e pezzi di comunità - ma prima di tutto è un fenomeno relazionale e sociale, che da sempre ha avuto la necessità di comunicare. Senza le relazioni le mafie sarebbero rimaste solo della bande armate e non sarebbero riuscite a penetrare nei meandri della nostra vita.

Usando dei metodi all’avanguardia la mafia arriva molto prima della società civile e anche degli investigatori nell’utilizzo di alcuni strumenti e di alcuni settori. Come ne usciamo? Con la cultura.

La professione dell’Avvocato, così come quella dei Docenti, e tutte le altre professioni possono essere un argine enorme all’illegalità e buoni maestri perché con le censure o incatenando le libertà non si vince nessuna battaglia e anche questa è storia” – ha concluso Cordova.

L’incontro si è concluso con un proficuo confronto tra l’autore e i corsisti presenti".