Sin Crotone, Talerico e Pedace: “Verifica urgente sul rispetto delle norme"

Crotone Politica
Antonello Talerico

"Verifica urgente delle misure adottate nel cantiere, con focus su deposito D15 e fattibilità di coperture sull’area di scavo; valutazione e prescrizione di tecniche aggiuntive di confinamento (esempio coperture, filtri a carbone attivo); potenziamento e/o verifica monitoraggio continuo della qualità dell’aria, estendendolo ai quartieri limitrofi, con pubblicazione trasparente e in tempo reale dei dati ambientali; valutazione del rischio sanitario cumulativo e cronico, legato all’esposizione dei lavoratori e della popolazione ai residui e/o polveri da bonifica in atto; integrare i controlli e le prescrizioni operative nei cantieri del Sin di Crotone affinché sia garantita una soglia di sospensione dei lavori più cautelativa rispetto a quella attualmente prevista, a tutela della salute dei cittadini e dei lavoratori".

E' quanto richiedono in una missiva indirizzata al direttore dell'Arpacal, al commissario dell'Asp di Crotone, allo Spisal e, per conoscenza, alla Procura della Repubblica, dal consigliere regionale Antonello Talerico e dal consigliere comunale Enrico Pedace.

"Sono finalmente in corso - si legge nella missiva - le operazioni di bonifica ambientale presso il Sin di Crotone, che prevedono il conferimento e lo smaltimento dei primi 40ml tonnellate di rifiuti risultanti dalle suddette operazioni fuori dalla Regione Calabria, - risultano però segnalate numerose e gravi criticità relative alla tutela della salute pubblica e alla protezione dell’ambiente".

La segnalazione riguarda innanzitutto il Deposito temporaneo D15 privo di copertura. "Nell’area D15 - scrivono Talerico e Pedace - utilizzata per lo stoccaggio temporaneo dei materiali dalla “collina dei veleni”, manca una tensostruttura protettiva.

I rifiuti contaminati sono depositati all’aperto senza confinamento, nonostante l’idoneità dell’area per una copertura. Si richiede di riconsiderare l’installazione di coperture, anche mobili o modulari, incluse soluzioni già in uso in altri Sin (esempio Mantova), per ridurre il rischio di dispersione aerea di sostanze tossiche; rischio di emissione di polveri pericolose.

Le attività di scarico, movimentazione e caricamento nell’area D15, adiacente al centro abitato, possono provocare dispersione incontrollata di polveri contaminate, soprattutto in condizioni meteorologiche avverse. Ciò espone la popolazione a rischi di inalazione di sostanze pericolose".

Viene, inoltre, sottolineato che "le centraline attuali, parrebbero collocate esclusivamente nell’area industriale e, quindi non coprirebbero i quartieri limitrofi (Fondo Gesù, Tufolo, eccetera) tant’è che i dati rilevati non sono pubblicati. L’assenza di superamenti normativi non esclude rischi sanitari legati all’esposizione cronica a metalli pesanti (arsenico, cadmio, cromo VI, piombo), con effetti cumulativi e cancerogeni.

Con la bonifica prevista - prosegue la nota - per circa sette anni, è necessario valutare il rischio sanitario cumulativo, ponendo particolare attenzione a fasce vulnerabili quali bambini, donne in gravidanza, anziani e immunodepressi".

Per Talerico e Pedace "tali richieste si ritengono giustificate al fine di prevenire la dispersione incontrollata di particelle contaminate all’esterno del cantiere, riducendo così l’esposizione della popolazione a metalli pesanti e ad altri inquinanti aerodispersi durante tutte le fasi operative della bonifica.

A questo proposito - conclude la nota - riteniamo indispensabile - trattandosi di una bonifica di portata ed effetti eccezionali - la presenza e vigilanza di personale specializzato dei vostri Uffici. Si confida in un sollecito riscontro e nell’adozione delle misure necessarie per la protezione della salute pubblica e dell’ambiente".