DeMos Crotone: Acqua: bene comune, non profitto privato
DeMos Crotone denuncia l’aumento insostenibile delle tariffe idriche: "in un anno la spesa per una famiglia tipo è passata da circa 140 euro a oltre 550, con un rincaro del 150%".
"Un colpo durissimo - continua - per famiglie, giovani e anziani in un contesto di crisi economica. Questo aumento non è un caso. Deriva dalla Delibera Arrical n.15 del 19 marzo 2025, che ha introdotto il nuovo metodo tariffario, e dal recente passaggio della gestione da Congesi a Sorical, che invece di garantire trasparenza e qualità ha generato ulteriori incertezze".
"Ancora più grave - sottolinea poi - è che i sindaci del territorio abbiano votato a favore di questa scelta, mentre la Regione Calabria approvava la delibera senza consultazione pubblica e Sorical applicava le nuove tariffe persino in modo retroattivo al 2024. Arrical, nata per ridurre costi e accorpare la gestione, avrebbe dovuto utilizzare le risorse disponibili per l’efficientamento del sistema idrico calabrese".
"Invece - chiosa inoltre Demos Crotone - non solo non ha realizzato investimenti significativi, ma ha persino perso circa 500 milioni di euro di fondi Pnrr, che potevano ammodernare gli impianti e ridurre le perdite. Di fronte a questa incapacità, scaricare il peso sulle famiglie è inaccettabile. L’acqua non è una merce, è un diritto umano".
"Per questo chiediamo tariffe eque, investimenti per ridurre sprechi e perdite, controllo pubblico e partecipazione dei cittadini. È tempo di superare logiche privatistiche che trasformano un bene vitale in una fonte di profitto. Le istituzioni devono assumersi le proprie responsabilità e restituire ai cittadini una politica dell’acqua giusta, trasparente e partecipata. I cittadini non sono bancomat: sono persone con diritti e dignità" conclude.