San Basile dà il via al Festival delle Migrazioni: si parte dai soccorsi in mare
È partito da San Basile il Festival delle Migrazioni 2025, un evento itinerante promosso dall’associazione don Vincenzo Matrangolo Ets che si concluderà il 31 agosto dopo aver toccato sette comunità del cosentino.
Il festival, ricco di suggestioni e riflessioni, ha inaugurato la sua quattordicesima edizione con un dibattito sul tema dei soccorsi in mare.
Il dibattito
Moderato da Josephine Cacciaguerra, cooperante internazionale, il confronto ha visto la partecipazione di figure di spicco come Luciano Scalettari, presidente di RESQ – People Saving People, e Dario Belluccio Asgi, insieme all’ammiraglio Vittorio Alessandro, già comandante della Capitaneria di Porto.
Il tema del soccorso in mare è stato al centro delle riflessioni, sottolineando l'urgenza e l'importanza della solidarietà. Durante l'evento, è stato firmato un protocollo d'intesa per la "Nascita dell’equipaggio di terra dei paesi arbëreshë", un'alleanza tra territori e organizzazioni per rafforzare il sostegno alle azioni di salvataggio e accoglienza.
Il filo conduttore
Caterina Pugliese, referente del progetto Sai nella comunità arbëreshë del Pollino, ha spiegato la visione del festival. "San Basile è un paese piccolo, ma con una visione grande: crediamo in un'accoglienza che non sia solo assistenza, ma partecipazione attiva, costruzione di relazioni, cittadinanza", ha dichiarato.
La "resistenza", tema guida di questa edizione, è stata definita da Pugliese come il coraggio di "difendere ogni giorno il diritto alla mobilità umana, alla dignità, all'inclusione". Gli operatori del Sai si considerano parte attiva di questa "resistenza silenziosa ma concreta".
Musica e impegno
In ogni tappa, la musica rafforza il messaggio del festival. A San Basile, il gruppo musicale Pasticcio Meticcio ha incantato il pubblico con un mix di sonorità mediterranee e ritmi globali, incarnando lo spirito di contaminazione e solidarietà che anima l'evento.
Gli organizzatori hanno ribadito che l'obiettivo è "dare voce alle migrazioni come fenomeno umano, storico e contemporaneo, e riaffermare il valore della resistenza attraverso l'accoglienza".
Inoltre, il festival si fa portavoce di un gesto di solidarietà verso la popolazione di Gaza: in ogni tappa sarà in vendita la Gaza Cola, un modo semplice ma significativo per rimanere connessi con chi vive in situazioni di conflitto e ingiustizia.