Neonata rapita a Cosenza, la difesa punta sulla salute mentale di Vespa

Cosenza Cronaca
Rosa Vespa e Aqua Moses e il ritorno a casa della piccola Sofia

A otto mesi dal rapimento della neonata Sofia dalla clinica “Sacro Cuore” di Cosenza (QUI), Rosa Vespa, 51 anni - accusata di aver simulato una gravidanza e sottratto la piccola - ha chiesto il giudizio abbreviato condizionato a una perizia psichiatrica.

L’udienza, originariamente fissata per il porissmo 23 di settembre, è stata quindi rinviata al 29 dello stesso mese, davanti al giudice per le indagini preliminari.

La famiglia parte civile

La famiglia della madre di Sofia, Valeria Chiappetta, si costituirà parte civile tramite gli avvocati Chiara Penna e Paolo Pisani, supportati dalle consulenti Simonetta Costanzo e Flaminia Bolzan. In caso di accoglimento della richiesta di rito abbreviato, la difesa annuncerà una propria consulenza tecnica.

La finta gravidanza

Il 21 gennaio scorso, Vespa si era introdotta nella clinica fingendo di essere un’infermiera. Dopo aver simulato per mesi una gravidanza inesistente, aveva preso la neonata appena nata, trasportandola in un ovetto. Le telecamere della struttura hanno ripreso la donna uscire con il marito Aqua Moses, considerato ignaro dagli investigatori.

La festa in casa

A casa, la 51enne, ha vestito la bambina di azzurro, fingendo che fosse il maschietto atteso, e ha organizzato una piccola festa tra amici e parenti. Solo l’intervento tempestivo delle forze dell’ordine ha permesso di restituire Sofia alla madre nel giro di poche ore.

La perizia psichiatrica

Secondo una perizia già disposta dalla Procura, Vespa sarebbe strata capace di intendere e di volere al momento del rapimento, pur presentando disturbi psichici di moderata pericolosità. Questo elemento sarà determinante per decidere sull’eventuale rito abbreviato.

La famiglia Chiappetta ha inoltre presentato una querela integrativa contro la clinica, sollevando dubbi sulla sicurezza della struttura e sulle eventuali negligenze; le indagini sono tuttora in corso.

Polemiche sui domiciliari

La concessione degli arresti domiciliari ha provocato forti polemiche. La famiglia della vittima ha denunciato la mancata notifica e il rischio che il reato si possa ripetere. Il marito Moses è stato scarcerato, ritenuto estraneo ai fatti.

Il caso ha suscitato preoccupazione nell’opinione pubblica, sollevando interrogativi sulla sicurezza delle strutture sanitarie e sulla psicologia di chi compie atti così estremi.