Mons. Domenico Graziani, Vescovo e pastore della Chiesa crotonese, concludendo l’Assemblea Diocesana Ecclesiale, ha affermato che l’importanza del convenire in assemblea, quale chiamata della parola di Dio in comunione, libertà responsabilità e solidarietà, è Parola che passa attraverso la comunità per un interesse decisivo di “nuova sensibilità”. L’Assemblea Diocesana Ecclesiale della Chiesa di Crotone – S. Severina, si è svolta nei giorni 21 e 22 giugno 2011, nella Sala Convegni “San Giuseppe” della Parrocchia di S. Paolo in Crotone, ed ha visto la partecipazione di più di 400 fedeli, provenienti dalle 82 Parrocchie della Diocesi, impegnati sul tema della “Legalità e Partecipazione”, aiutati dall’inciso del Vangelo di Matteo 5,20: “Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli”. Oltre alla valutazione e alle sintesi del lavoro svolto durante l’anno da parte degli Uffici di Curia e delle Parrocchie, si sono affrontate le modalità di come praticanti e non, credenti e non, appartenenti ad altre religioni e indifferenti, cristiani della "soglia”, che vivono nel territorio della Diocesi di Crotone –Santa Severina, siano stati raggiunti attraverso iniziative periodiche è sensibilizzati al valore della “libertà”. È stato evidenziato, dal Vescovo Graziani e dal coordinatore dell’Edap Don Peppe Marra, come nella gestione dei servizi pastorali si sono consolidate le scelte fatte nella programmazione identificandosi nella nuova impostazione pastorale. Don Marra ha evidenziato come gli operatori pastorali cominciano a ricevere una formazione adeguata all’esercizio del loro ministero in forma inizialmente più organica e come la Diocesi sta, gradualmente, proponendo la creazione di nuove strutture di partecipazione per una pastorale organica e incisiva. < così ha affermato il presule dell’Arcidiocesi di Crotone – S. Severina - perché i problemi che vive questa popolazione sono gravi e si vivono in solitudine>>. < – ha affermato Mons. Domenico Graziani – di “Legalità e Partecipazione”, in una terra dove esistono tanti problemi di ingiustizia sociale, è difficile, ma grazie a Dio, la nuova sensibilità ha richiamato il popolo dei credenti ad una nuova sfida nella Chiesa e con la Chiesa>>. All’Assemblea ha partecipato il Questore di Crotone, Giuseppe Gammino, che ha sottolineato l’importanza di progettare nuove reti di collegamento e nuove relazioni umane autentiche, abbattendo il muro dell’omertà e del silenzio, fidandosi dello Stato, pregando per i pubblici amministratori e richiamando i credenti ad uno sforzo partecipativo per dare anima e forza alla città. Il Questore ha richiamato, inoltre, tutti ad una più forte responsabilità sociale, personale e non delegabile, per contrastare la commistione tra poteri criminali e la politica, la corruzione nella Pubblica Amministrazione, il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, il lavoro nero, l’economia sommersa, l’usura, l’abusivismo edilizio, il deturpamento delle bellezze ambientali e del patrimonio naturale. La relazione del Questore Gammino ha dato l’opportunità di riflettere agli 11 laboratori di studio, che si sono organizzati nell’ambito dell’Assemblea, per una attenta discussione sull’obiettivo e sul valore assegnato dalla pianificazione diocesana alla programmazione pastorale 2011-2012: “la legalità e la partecipazione”, sottolineando come la legalità è un orizzonte sociale da costruire attraverso la negazione dei soprusi e della supremazia di pochi e la difesa di ciò che è comune. È stato importante come i 400 fedeli laici abbiano riflettuto sul confine tra illegalità e legalità e come sia stato evidenziato che la Chiesa crotonese si deve muovere in sintonia con le associazioni locali per contrastare in maniera chiara e decisa ogni forma di corruzione. Tutti i gruppi dei laboratori di studio hanno convenuto su come sia importante costruire una cultura della legalità fatta di relazioni, gemellaggi e percorsi condivisi con realtà in primo piano nella lotta alla mafia e come la Chiesa locale, per costruire una legalità dal basso, debba organizzare attività di ascolto e informazione dei diritti del lavoro alle fasce di lavoro più marginali, perché l’illegalità si riverbera sulle condizioni di lavoro in maniera paurosa.