Vertenza Porto di Gioia Tauro. Tripodi (PdCI): in gioco il destino di migliaia di lavoratori

Reggio Calabria Politica
Michelangelo Tripodi

Anche il PdCI con i suoi dirigenti regionali, provinciali e zonali parteciperà alla grande manifestazione che si svolgerà domani a Gioia Tauro per difendere il porto e il futuro della piana e della Calabria promossa dai sindaci della piana.

“Si tratta di un appuntamento di fondamentale importanza – afferma Michelangelo Tripodi, segretario regionale del PdCI - in un momento particolarmente difficile e delicato. E’ in gioco il destino del porto di Gioia Tauro e con esso il futuro di migliaia e migliaia di lavoratori e lavoratrici.

I comportamenti concreti, le scelte operative e gli annunci di MCT non lasciano affatto tranquilli, anzi destano allarme e preoccupazione per il presente e per il futuro”.

“Dopo la gravissima dichiarazione di 467 esuberi da parte di Medcenter Container Terminal, - continua Tripodi - adesso la società MAERSK (uno dei due armatori impegnati finora sul porto di Gioia Tauro) annuncia lo spostamento di 800.000 container da Gioia Tauro verso altri porti nazionali e stranieri. Siamo di fronte ad un disastro economico e sociale di proporzioni gigantesche. La piana e la Calabria non potrebbero sopportare un esito così nefasto e negativo”.

“L’attacco al porto di Gioia Tauro e all’occupazione di circa 500 lavoratori – è l’opinione del PdCI - rappresenta la conseguenza diretta delle politiche ostili che il governo Berlusconi ha messo in atto contro Gioia Tauro per favorire i porti del Nord del paese da Genova Voltri a Trieste, sulla base di una scelta strategica filo leghista e antimeridionalista che vuole mettere in ginocchio anche esperienze che rappresentano un’eccellenza nel transhipment come quella del porto di Gioia Tauro”.

“In questo contesto il presidente Scopelliti con la sua Giunta Regionale debbono assumere fino in fondo le proprie responsabilità facendo valere i diritti e gli interessi della regione, denunciando l’azione ostile contro Gioia Tauro messa in atto dal governo Berlusconi, assumendo tutte le iniziative e i provvedimenti che competono ad un governo della regione degno di questo nome senza atteggiamenti proni e subalterni al governo Berlusconi come purtroppo finora è avvenuto”.

“Gli interessi del porto – conclude Tripodi - sono prioritari rispetto alla collocazione politica ed ai vincoli di maggioranza. Sul porto si gioca una partita che mette al centro lavoro, dignità e diritto al futuro per un territorio e per una regione che rischiano di essere ricacciati nella più nera disperazione sociale, in una regione che affonda sempre più nella disoccupazione, nella povertà e nel degrado sociale”.