Al Sud arretrati perchè meno intelligenti, rispondono i politici
Il sud Italia è meno sviluppato del nord perché i meridionali sono meno intelligenti dei settentrionali. Anzi, mentre nel nord Italia il quoziente intellettivo e' pari a quello di altri Paesi dell'Europa centrale e settentrionale, più si va verso sud, più il coefficiente si abbassa.
La causa è "con ogni probabilità" da attribuire "alla mescolanza genetica con popolazioni del Medio Oriente e del Nord Africa". La tesi, a dir poco sconcertante, è contenuta nell'ultimo numero della rivista scientifica 'Intelligence' che pubblica una ricerca di Richard Lynn, docente emerito di psicologia all'università dell'Ulster a Coleraine.
"È un'autentica cavolata - commenta a caldo Amedeo Laboccetta - per non dir peggio. Sulle classi dirigenti meridionali si può dir tutto ma non certo che difettano per intelligenza o per capacità di intrapresa. Se un unico difetto si può rilevare - prosegue Laboccetta - è che nel Sud non si fa gioco di squadra, non c'è sinergia". "Chi ha redatto lo studio - dice il deputato Pdl - è un povero ignorante, animato certamente da pregiudizi e da una pesante dose di razzismo. Dovrebbe vergognarsi di simili affermazioni, ma sono pronto a offrire a questo signore un soggiorno gratuito nelle regioni meridionali per rendersi conto di persona di quello che dice". Sergio D'Antoni, del Pd, resta senza parole. "É una tesi delirante - commenta - francamente c'è poco da dire. È una affermazione razzista fondata sul niente, anzi semmai la storia dimostra il contrario. Basta considerare il grande patrimonio culturale e intellettuale del Mezzogiorno. Insomma - conclude D'Antoni - mi sembra che questo studio di scientifico non abbia proprio nulla".