Invia per sbaglio finto pacco bomba ad un carabiniere, arrestato un 36enne nel crotonese

Crotone Cronaca
Il finto pacco bomba

Per vari mesi aveva inviato lettere minatorie a scopo estorsivo alle sue vittime ma in un’occasione ha sbagliato indirizzo ed una delle missive è giunta erroneamente ad un carabiniere, fatto da cui ha avuto il via l’indagine che oggi ha permesso di arrestarne l’autore, un 36enne ambulante pregiudicato, Massimo Caloiro. E’ questa la conclusione alquanto bizzarra a cui sono giunti i Carabinieri della Compagnia di Crotone, comandata dal Capitano Domenico Dente, al termine di un’indagine che ha permesso di individuare l’uomo.


I FATTI | L’INDAGINE è partita nel febbraio di quest’anno, quando un finto ordigno esplosivo è stato rinvenuto all’interno della cassetta postale privata di un Carabiniere di Isola di Capo Rizzuto (KR) in località Le Castella.

Il rinvenimento sospetto ha richiesto inizialmente l’intervento di unità specialistiche dell’Arma del Comando Provinciale di Catanzaro, che hanno immediatamente posto in sicurezza l’area e che hanno fortunatamente riscontrato che il pacco, che esternamente sembrava un vero e proprio ordigno artigianale, risultava essere “inerte”, nonostante confezionato in modo professionale.

Gli investigatori, diretti dal Capitano Antonio Patruno, Comandante del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Crotone, hanno immediatamente ricostruito i retroscena di questa strana vicenda. Sin da subito infatti è emerso che l’ordigno non era indirizzato al militare, ma ad un altro soggetto, che poi si scopriva essere residente nelle vicinanze dell’abitazione del Carabiniere. Le prime indagini, tese ad individuare il reale destinatario del finto pacco bomba, risultavano alquanto complesse, poiché l’indirizzo scritto nella missiva di accompagnamento della bomba era errato.

Riusciti ad individuare con certezza il soggetto che avrebbe dovuto ricevere la lettera gli investigatori scoprirono che la vittima di Caloiro già in passato aveva subito simili intimidazioni, ricevendo anche delle missive con all’interno dei proiettili; fatti che, però, per paura, il soggetto non aveva mai denunciato.

L’osmosi tra l’attività d’indagine scientifica (accertamenti biologici, dattiloscopici, grafologici) e quella classica da strada (escussione testimoni, pedinamenti, ecc), ha consentito agli investigatori di assicurare Caloiro, in tempi rapidi, alla giustizia nonché di formulare a suo carico, un chiaro quadro probatorio che ha permesso alla magistratura competente di emettere il provvedimento cautelativo con il quale è stato oggi tratto in arrestato.

Dalle indagini è emerso infatti che Caloiro, imbarcato fittiziamente a bordo di un motopeschereccio ormeggiato nel porto di Le Castella dal 2009 al 2010, non solo non si è mai presentato al lavoro percependo fraudolentemente gli assegni assistenziali previsti, ma ha anche minacciato in più occasioni proprio il proprietario della nave affinché gli consegnasse indebitamente una somma di denaro quantificabile in 1.500 euro. A seguito delle sue minacce l’uomo era riuscito a farsi consegnare già una somma di 500 euro continuando la sua azione intimidatoria anche dopo il rinvenimento dell’ordigno inerte. Infatti, nonostante a suo carico fosse già in atto un’estenuante caccia all’uomo, Caloiro proseguiva la sua attività intimidatoria cercando di inviare una nuova missiva, con all’interno alcuni proiettili, tempestivamente intercettata dai Carabinieri presso il centro smistamento postale di Lamezia Terme (CZ).

Insieme al 36enne è stato invece denunciato a piede libero un altro soggetto, M. G., che all’epoca dei fatti lo avrebbe prima fatto assumere fittiziamente e dopo gli avrebbe consentito di ricevere indebitamente dall’INPS somme non dovute, somme che poi Caloiro ha continuato a chiedere a titolo estorsivo.

Nel corso della perquisizione effettuata presso il suo domicilio i militari della Compagnia hanno rinvenuto 2 panetti avvolti nel cellophane e nastrati fra loro, del peso complessivo di 740 grammi, con etichetta riportante la seguente dicitura: “ESPLOSIVO C4”; successivamente gli artificieri della Legione Carabinieri “Calabria” hanno appurato che si trattava di sostanza inerte.

Caloiro dovrà rispondere, adesso, di fronte al G.I.P. Paolo DE LUCA ed al Procuratore Raffaele Mazzotta che ha diretto le indagini, dei reati di estorsione aggravata e tentata estorsione.