Gdf di Vibo Valentia scopre smaltimento illecito di rifiuti tossici
Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Vibo Valentia, e la Procura della Repubblica a conclusione di una lunga e laboriosa attività investigativa a tutela della salute pubblica (novembre 2009 - luglio 2011) nell’ambito dell’operazione denominata “Poison” ha smascherato un’associazione a delinquere che operava tra varie regioni d’Italia, in particolare Calabria, Puglia e Sicilia, dedita all’illecito trasporto e smaltimento di rifiuti industriali “tossici” ed altamente pericolosi. I militari della Compagnia di Vibo Valentia hanno ricostruito la filiera che ha determinato l’illecito stoccaggio ed il successivo interramento, in località San Calogero (VV), di oltre 135.000 tonnellate di rifiuti pericolosi e tossici, individuando le responsabilità, ai vari livelli, ed identificando i 18 soggetti coinvolti nell’illecita attività associativa, ai quali è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini, tra i quali 2 dipendenti dell’amministrazione provinciale di Vibo Valentia, che avrebbero rilasciato autorizzazioni non conformi nei confronti della società sotto inchiesta “Fornace Tranquilla Srl”, il cui titolare - Romeo Giuseppe, tratto in arresto nel novembre 2009 - aveva attestato falsamente, unitamente ad altri membri del sodalizio, il recupero mai avvenuto dei rifiuti pericolosi che, di volta in volta, venivano inviati in agro di San Calogero a ridosso di coltivazioni ad agrumi, ed ivi pericolosamente interrati.
Le indagini | hanno consentito di individuare specifiche responsabilità dei membri dell’associazione a delinquere dedita al traffico e allo smaltimento di rifiuti tossici accertando il contestuale coinvolgimento di varie società, calabresi e pugliesi, che si erano aggiudicate contratti, afferenti il trasporto, il recupero e lo smaltimento di fanghi “altamente inquinanti e pericolosi”, di derivazione industriale (risultati essere composti da alte percentuali di “nichel” – “vanadio”) per importi di svariati milioni di euro, stipulati con una società nazionale leader nella produzione di energia elettrica. Lo spregiudicato meccanismo, posto in essere dai responsabili in danno della salute pubblica, è consistito nello stoccare, illegalmente, i fanghi pericolosi e tossici facendo risultare “solo cartolarmente” l’effettiva procedura industriale finalizzata al recupero e ricondizionamento delle sostanze di scarto ed il successivo reimpiego nel campo dell’edilizia. Le Fiamme Gialle accertavano che in realtà l’associazione a delinquere aveva ritenuto più “economico” interrare le scorie pericolose in agro San Calogero (VV) all’interno dello stabilimento industriale “Fornace Tranquilla Srl” ed area attigua (estesa per oltre 100 mila mq), risparmiando, in pregiudizio della salute pubblica, più di 18 milioni di euro, che sarebbero dovuti essere in realtà impiegati per effettuare il regolare smaltimento, in sicurezza, a termini di legge. In seguito a quanto accertato, inchiesta durante, il Prefetto di Vibo Valentia, tempestivamente, con apposita ordinanza, sin dal 21 luglio 2010, ha imposto di procedere all’immediata distruzione dei prodotti agricoli - vegetali coltivati nelle immediate vicinanze dell’area interessata vietandone il consumo e la commercializzazione. I reati contestati vanno dall’associazione a delinquere, finalizzata al traffico e all’illecito smaltimento di oltre 135.000 tonnellate di rifiuti pericolosi (art. 416 c.p.), al disastro ambientale con conseguente pericolo per l’incolumità pubblica (art. 434 c.p.), dall’avvelenamento di acque e di sostanze alimentari (art. 439 c.p.) alla falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale (art. 480 c.p.) e alla falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico (art.483 c.p.), nonché dalla attività di gestione dei rifiuti non autorizzata (art 256 D.L.vo 152/2006), alle attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti (art 260 D.L.vo 152/2006), tutti perpetrati in concorso tra gli indagati. Gli amministratori della Srl Fornace Tranquilla con sede in San Calogero (VV) si sono inoltre resi responsabili di evasione fiscale per il mancato pagamento del tributo per il deposito in discarica dei rifiuti solidi pari a 1.400.000 euro.