Cgil: lettera aperta sulle assunzioni alla Sacal

Catanzaro Attualità

Riceviamo e pubblichiamo una lettera di Giuseppe Valentino Segretario Generale CGIL Catanzaro – Lamezia sulle assunzioni alla Sacal

"Carissimo Sigr. Tallini (padre di Alessio), Pregiatissimi On.li Tallini e Speziali, Carissimi lavoratori, Vi scrivo questa nota per meglio esplicitare la posizione dell’Organizzazione che rappresento in merito alle ultime 23 assunzioni a tempo determinato presso la Sacal per la quale la Cgil e chi vi scrive hanno ricevuto critiche ingenerose da chi si è sentito colpito in prima persona. Ribadisco, in questa mia, quanto contenuto nella nota stampa del 18 luglio u.s. e rammento subito al Sigr. Tallini, padre di Alessio, che nella citata nota non v’era riportata alcun allusione alle condizioni di salute, seppur da noi risapute, di Suo figlio. Questa si, sarebbe stata una grave violazione della privacy, poiché tocca un aspetto intimo della vita del lavoratore, al quale la Cgil è attenta. Mi chiedo, chiedo al presidente Speziali e a lei Sigr. Tallini, dove sta il diritto alla tutela della privacy con le assunzioni in un Ente, quale la Sacal, che viene finanziata con soldi pubblici, quindi dei lavoratori e dei pensionati che la mia Organizzazione rappresenta? Nulla! tanto è che il Presidente stesso ha dichiarato di aver dato comunicazione (sulla quale tempestività o legittimità deciderà la Magistratura) alle Organizzazioni Sindacali. Potrà scaldarsi Presidente Speziali o dichiarare cose banali, come la ricerca della visibilità da parte della Cgil (Le posso assicurare che a seguito della nostra nota stampa non sono arrivati attestati di stima e di simpatia, anzi…), il fatto incontrastabile è che le assunzioni sono state fatte senza alcuna pubblica selezione, ma a chiamata diretta. Significa, per i non addetti ai lavori, che qualcuno ha chiamato personalmente gli assunti attingendo da una lista e seguendo criteri non oggettivi nella scelta. Mi chiedo, si è preso l’elenco dei disoccupati iscritti ad un Centro per l’Impiego qualsiasi facendo scorrere la graduatoria in base a competenze ed anzianità d’iscrizione? Ma più di tutti vorrei chiarire a chi, come l’Onorevole Mimmo Tallini, si preoccupa di cosa fanno i miei figli o parenti la natura ed i motivi che spingono la Cgil ad essere un sindacato che non sta a guardare e non abbassa lo sguardo di fronte ai soprusi e soprattutto non utilizza la propria posizione per scopi personali. Non ho figli (ho 31 anni e sono da poco sposato), ma se li avessi direi a loro quello che dico ora ai lavoratori appena assunti alla Sacal e agli altri che come Segretario Generale della Cgil di Catanzaro ho l’obbligo di rappresentare. Spiegherei ai miei figli che chi è eletto per rappresentare il popolo deve onorarlo e non pensare di essere un'autorità superiore, capace di gestire i destini personali della povera gente per proprio tornaconto. Direi loro che viviamo in una terra bellissima, martoriata e violentata da chi approfitta della condizione difficile e complicata del mondo del lavoro per far vivere i più deboli nel ricatto continuo e nella speranza di un "aiutino" da parte del potente di turno. Gli direi, inoltre, che il proprio padre, a costo di essere disprezzato dai suoi stessi figli, non solleciterà e non servirà mai un potente in cambio di un favore. Perché il lavoro è un diritto, e ciò che sta nel diritto si chiede a testa alta e mai con la schiena curva o il cappello in mano. Farei capir loro che, se venissero favoriti in qualche modo a causa mia, compirei un delitto nei confronti di chi è stato escluso per fargli posto. E seppur ciò indirettamente avvenisse (qui mi rivolgo a quei lavoratori che dal ricatto vile di rispettare chi li ha favoriti si sentono oppressi al punto di rinunciare ai propri diritti, spesso a parte del salario e alla propria dignità) insegnerei loro che la fatica ed il sudore di chi onestamente compie il proprio devono essere rispettate e vanno compensate con un'adeguata paga che permetta loro e alla propria famiglia di vivere con dignità, per ciò non debbono mai piegarsi a chi vuole arricchirsi sfruttandoli. Proverei con ogni sforzo a far capire loro che l’unica cosa alla quale non possono rinunciare e alla propria libertà. La libertà che viene negata ad ogni cittadino quando gli si nega il diritto al lavoro per fare spazio ad altri “più fortunati”, poiché è solo dal lavoro che passa il riscatto e la libertà di ogni individuo che, cosciente di aver fatto il proprio dovere, può decidere quale sindacato scegliere e da chi farsi rappresentare quando esercita i propri doveri civici come il voto".

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