I giovani di Crotone sulla guerra dei decibel
Riceviamo e pubblichiamo una lettera ricevuta in redazione dai giovani crotonesi sulla vicenda dei decibel
"Egregio Direttore,
Siamo un gruppo di giovani studenti universitari crotonesi amareggiati per il degrado che imperversa nella nostra tanto bella quanto martoriata città. Ci guardiamo intorno e ci rendiamo conto che diciamo di amare Crotone solo a parole. Basta recarsi sul lungomare cittadino per rendersi conto di quanto poco amiamo la nostra città che dovrebbe essere meta di numerosi turisti ma che in realtà offre ben poco. Ci chiediamo quale futuro ci attende. Sentiamo parlare gli adulti di meritocrazia di spazio ai giovani ma poi i fatti di tutti i giorni ci dimostrano quanto siano lontane le parole dai fatti concreti. Registriamo una città in ginocchio, isolata dal resto della regione eppure il nostro passato è radicato nella storia del mondo. Una città la nostra in cui il senso civico lascia il posto all’illegalità che primeggia ovunque. Noi vogliamo dire basta a tutto ciò, voglia prendere in mano le sorti della nostra città vogliamo essere protagonisti e scrivere pagine belle, lo dobbiamo a noi stessi e lo dobbiamo a quei giovani che hanno deciso di investire, puntando sulle proprie forze, nella propria città in un momento di grande difficoltà economica. Ma soprattutto vogliamo che quanti decidono del nostro futuro sappiano che noi vogliamo partecipare alla rinascita di una città che nel tempo è divenuta apatica, una città in cui primeggia solo la rassegnazione. Siamo giovani e non vogliamo scrivere il nostro futuro lontano da Crotone. Abbiamo deciso di rimanere nella nostra città perchè crediamo nelle potenzialità di Crotone e nel suo sviluppo turistico, non a caso molti di noi hanno scelto di studiare nella nostra terra e molti altri hanno scelto di operare sul lungomare cittadino puntando sui giovani e organizzando momenti di intrattenimento che consentono loro di ritrovarsi non avendo in città spazi adeguati. Siamo consapevoli che occorre gettare le basi per una cultura imprenditoriale turistica, c’è molto da lavorare ma non ci abbattiamo, vogliamo invece abbattere quel muro di diffidenza e di mancanza di cooperazione che ancora è fortemente radicata nella società crotonese. Il futuro è dei giovani, lo sentiamo ripetere infinite volte da tutti, imprenditori e politici, di destra e di sinistra ma poi nella realtà di tutti i giorni nessuno guarda a noi, nessuno crea per noi le condizioni utili alla costruzione del nostro futuro. Oggi, dopo la deindustrializzazione la nostra città vive problematiche enormi per le quali nessuno sembra riuscire a trovare soluzioni. Il tempo passa e noi giovani veniamo messi con le spalle al muro, privati anche di quei piccoli spazi che ci consentono di ritrovarci e pertanto, costretti a fare le valige nostro malgrado. Criticare quanti utilizzano il lungomare e le vie interne come una terra di nessuno, senza rispetto per i residenti è un pensiero che ci sentiamo di condividere, del resto la mancanza di senso civico nella nostra città è all’ordine del giorno e non solo sul lungomare cittadino. Ad oggi nessuno si è però impegnato nel trovare soluzioni a questa situazione di empasse. Anzi, per tutta risposta ci troviamo con un ordinanza emessa dal sindaco che riguarda la limitazione della musica a seguito delle innumerevoli lamentele dei cittadini residenti alimentate soprattutto a causa di alcuni giovani che si prodigano a schiamazzare, un po' ovunque senza alcun rispetto. Spesso vanno avanti tutta la notte - magari anche a prescindere dall'apertura o chiusura dei locali. Mettiamoci che d'estate le finestre rimangono aperte per sopportare la calura, ampliando ulteriormente rumori e fastidio. Perché dar vita ad un ordinanza anziché pensare a controlli serrati da parte delle forze dell’ordine lungo tutta la zona pedonale del lungomare? Noi giovani chiediamo con forza di essere tutelati è nel nostro diritto. Il lungomare crotonese presenta diverse anomalie, prima fra tutte quella di zona residenziale ma questo non può limitare l’attività dei locali che creano quel poco di economia che è rimasta. Per Crotone è il momento di scegliere che strada prendere e noi in quanto giovani pensiamo che solo attraverso lo sviluppo turistico, Crotone può tornare ad essere ridente e rigogliosa come lo è stata fino agli anni ‘80. Basta essere critici, eleviamo le nostre menti e lavoriamo tutti insieme nella ricostruzione della nostra città. Impariamo a cooperare, scrolliamoci di dosso invidia e pessimismo, guardiamo avanti proponiamo una nuova cultura che sia costruttiva e aperta ai giovani. Diamo al lungomare un regolamento che preveda nell’eventualità un sistema di punizione per i singoli esercizi che non rispettano i comportamenti inclusi in un decalogo che dovrà essere realizzato attorno ad un tavolo che veda tutti protagonisti, come già accaduto in grandi città, come Genova ultima in ordine di tempo ad aver affrontato il tema della movida notturna. Avremmo ancora molto da dire ma ci fermiamo qui ringraziandola per lo spazio che vorrà concederci, nella speranza che si smetta una volta per tutte di etichettare i giovani e si dia loro quella fiducia di cui necessitano per poter costruire a Crotone il loro futuro ma soprattutto che chi amministra prenda in seria considerazione la nostra voce e rafforzi in noi la speranza di un futuro certo nella nostra città."
Orazio Polimeni, Mariano Romano, e i giovani del lungomare di Crotone
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