Operazione antiriciclaggio: i dettagli e i nomi degli arrestati

Reggio Calabria Cronaca

Nell'ambito dell'operazione antiriciclaggio della guardia di finanza di Reggio che ha portato all'arresto di 20 persone in tutta Italia con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio, alla truffa e alla falsificazione di titoli di credito, vi è stato il sequestro, nei pressi di Rosarno (RC), il 29 settembre del 2009, di un Certificato di deposito (in oro) del valore nominale di 870 milioni di dollari, nei confronti di due soggetti originari di Taurianova, vicini alla cosca egemone Fazzalari – Viola – Avignone, emesso nel 1961 dall’allora Credito Svizzero a nome del noto dittatore Indonesiano Mr. Soekarno (il cui vero nome era Kusno Sosrodihardjo), ha richiesto l’esecuzione di meticolose indagini finanziarie e tecniche, appostamenti e rilievi fotografici degli incontri avvenuti in varie parti del territorio nazionale. Particolare curioso è che il nome Soekarno, ci si riferiva allora al figlio dell'ex presidente indonesiano, è salito alla ribalta delle cronache già negli anni ’90, quando come finanziere d’assalto lo stesso si impegnava in grosse operazioni finanziarie, come l'acquisto della casa automobilistica inglese “Lotus” e il tentativo di acquistare la società italiana “Bugatti”.

L’operazione, convenzionalmente denominata “Artù”, che nella sua prima fase ha visto la collaborazione della Procura reggina con quella di Palmi, infligge un durissimo colpo ai suoi organizzatori ed esecutori, privandoli, tra l’altro, della possibilità di realizzare, in caso di esito positivo, un affare estremamente redditizio del valore di centinaia di milioni di euro, basti pensare che è stata rifiutata un’offerta pari al 45% del valore del titolo. Il provvedimento cautelare oggi in esecuzione, basato anche su rogatorie internazionali, è stato emesso dal GIP del Tribunale di Reggio Calabria, D.ssa Silvana Grasso, al termine di una complessa ed articolata richiesta del Procuratore Distrettuale Antimafia, Dott. Giuseppe Pignatone e del Procuratore Aggiunto, Dott. Nicola Gratteri, che hanno pienamente condiviso gli approfondimenti investigativi sviluppati dal P.M., D.ssa Sara Ombra.

La base dell’organizzazione è nella provincia di Reggio Calabria, precisamente nella piana di Gioia Tauro. Da qui sono partiti i soggetti che hanno cercato di monetizzare il titolo di credito rivolgendosi a insospettabili professionisti e cercando di coinvolgere contemporaneamente primari istituti di credito nazionali ed esteri (ci si riferisce a MPS, Banco di Sicilia, Unicredit, ING Direct e lo IOR). Per giustificare la legittima origine del certificato di deposito si era addirittura ricorsi al falso espediente di documentarne la provenienza attraverso un Monsignore deceduto che avrebbe ottenuto il titolo dal dittatore indonesiano come ricompensa per avergli salvato la vita durante una rivolta avvenuta in Indonesia a metà degli anni ’60 del secolo scorso. Per rendere credibile la versione e la falsa documentazione prodotta alcuni componenti del sodalizio si erano addirittura recati sulla tomba del religioso, realmente esistito, sita in Rombiolo (VV), per estrapolarne le date di nascita e di morte.

I provvedimenti emessi riguardano 20 soggetti dislocati (dato riferito alla mera residenza) nelle seguenti province: Trapani (2), Reggio Emilia (2), Modena (2), Catanzaro, Palermo, Bologna (2), Verona, Cosenza e Reggio Calabria (8). Solo uno dei venti provvedimenti cautelari personali fa riferimento ad arresti domiciliari.

Risultano destinatari della misura della custodia cautelare in carcere: Andronaco Vincenzo, nato a Oppido Mamertina (RC) il 04.09.1973; Angelo Andrea, nato ad Alcamo (TP) il 07.05.1978; Angelo Salvatore, nato a Salemi (TP) il 02.04.1949; Arena Rocco, nato a Taurianova il 25.10.1970; Baccarini Paolo, nato a Modena il 25.09.1966; Dattilo Vincenzo, nato a Nicastro (CZ) il 23.05.1956; Drago Antonio, nato a Valledolmo (PA) il 18.02.1957; Fidale Michele, nato a Polistena (RC) il 31.10.1961; Filippone Francesco, nato a Melicucco (RC) il 10.08.1980; Filippone Rocco Santo, nato ad Anoia (RC) il 10.03.1940; Galasso Antonino, nato a Cittanova (RC) il 19.05.1952; Galati Nicola, nato a Vibo Valentia il 04.03.1958; Grupico Francesco, inteso “Franco”, nato a Marina di Gioiosa Ionica il 17.01.1967; Napoli Antonino, inteso “Nino”, nato a Polistena il 28.05.1954; Rovitti Alessio Vincenzo, nato a Cassano allo Ionio (CS) il 24.03.1975; Sposato Carmelo, nato a Taurianova (RC) il 09.11.1974; Sposato Giuseppe, nato a Taurianova (RC) il 11.02.1965; Surace Antonio, inteso “Antonello”, nato a Polistena (RC) il 08.07.1977; Ursino Rocco, nato a Locri (RC) il 19.12.1960.

Mentre sono stati disposti gli arresti domiciliari per la sola Daniela Rozzi, nata a Modena il 24.12.1968.

Alcuni dei soggetti risultano essere legati a cosche presenti sul territorio della Provincia di Reggio Calabria. Si tratta, nello specifico, di: Antonio Napoli affiliato alla cosca Longo-Versace (operante nella zona di Polistena); Antonino Galasso affiliato cosca Facchineri (operante nella zona di Cittanova); Rocco Santo e Francesco Filippone rispettivamente capocosca ed affiliato alla cosca Filippone-Bianchino-Petullà (operante nella zona di Cinquefrondi); Francesco Grupico affiliato alla cosca Aquino (operante nella zona di Marina di Gioiosa Jonica). Angelo e Andrea Salvatore, invece, risultano essere legati a Cosa Nostra in quanto vicini alla famiglia di Salemi (inteso come Comune di Salemi), nella persona di Salvatore Miceli (di recente tratto in arresto a Caracas in Venezuela), a sua volta legato al ben più noto Matteo Messina Denaro. Il loro intervento era, in particolare, volto alla negoziazione del titolo presso il Banco di Sicilia di Palermo.