Randagismo: Enpa Crotone scrive al sottosegretario Martini
Riceviamo e pubblichiamo una lettera del presidente della sezione di Crotone dell’Ente Nazionale Protezione Animali Giuseppina Corrado avente ad oggetto “Omissioni delle Istituzioni in tema di prevenzione del Randagismo” indirizzata al Sottosegretario Francesca Martini, Ministero della Salute:
“Pregiatissimo Sottosegretario Martini,
riteniamo doveroso informare la Sua persona, che tanto si è spesa per la tutela degli animali, delle quotidiane omissioni delle Istituzioni deputate a programmare e risolvere sul territorio la questione del randagismo. La Regione Calabria, da sempre, non solo non ripartisce le risorse che riceve dallo Stato (basta verificare il bilancio 2010 dove risultano 729 mila euro di residui passivi e una previsione di cassa di 1milione seicentomila euro) quanto non ha mai attuato alcun tipo di programma di prevenzione del randagismo, ex art. 3 co. 3 L.Q. 281/91. Conseguentemente i Comuni, che lamentano continuamente la carenza di fondi, non hanno avuto la possibilità di realizzare proprie strutture sul territorio dimostrando peraltro incapacità nel realizzare una seria e costante campagna di prevenzione e repressione del fenomeno. I Sindaci si limitano a garantire il mantenimento dei cani detenuti nelle strutture (in violazione dell’art. 4 L.Q. 281/91) ovvero stipulare convenzioni con i vari canili privati che di volta in volta partecipano alle gare d’appalto indette. Quasi sempre ad aggiudicarsi gli appalti sono le società che offrono il maggior ribasso, il tutto a discapito dei nostri amici a 4zampe che, allo scadere di ogni convenzione, si vedranno prelevati da una gabbia per essere trasferiti in un’altra.
Ovviamente ciò avviene perché i canili, nella gran parte dei casi, sono privati:
_ lager autorizzati ad ospitare sino a 2000 (diconsi duemila) cani, a volte realizzati, pur con tanto di autorizzazione, in violazione delle norme urbanistiche e delle leggi correnti mettendo a rischio la vita degli animali stessi (es. tragedia di Rizziconi (RC) ove morirono 800 cani sommersi dal fango).
È il caso della struttura realizzata nel territorio del comune di Santa Severina che - come si evince dalla foto e dalla documentazione già inviata alla Task Force istituita presso il Ministero- è sita in una zona a rischio frana ed esondazione. Una frana ha lambito il canile realizzato nel comune di S. Severina (KR) e tutta la struttura rischia di essere interessata da altre frane con l’arrivo della prossima stagione delle piogge. In Calabria la “materia prima” (il randagio) non manca, eppure a causa della mancata realizzazione dei canili pubblici le società private arrivano finanche ad importare i cani dalle altre regioni. A tutto ciò si aggiunge il triste e deplorevole fenomeno degli avvelenamenti, che si ripetono e vedono i Sindaci dei territori interessati disattendere le prescrizioni indicate nell’ordinanza ministeriale. Se non fosse che nutriamo profondo rispetto per le Istituzioni ci verrebbe da dire che in tanti si compiacciono della morte dei randagi. Certo è che alla pubblica denuncia degli avvenuti avvelenamenti non vi è stata alcuna reazione, né formale men che meno di carattere operativo. Per questo motivo chiediamo il Suo interessamento e, laddove lo ritenga possibile, il commissariamento ad acta di tutti i Comuni omissivi, ovvero un’indagine approfondita finalizzata a ricercare responsabilità, penali ed erariali, di singoli, che certamente generano ripercussioni
- sul benessere degli animali;
- sull’incolumità pubblica;
- sui conti economici dell’Ente.
Fiduciosi in un positivo riscontro auspichiamo una Sua visita in terra di Calabria. Cordiali saluti”.
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