Iniziato oggi il processo all’ex assessore Egidio Masella
E' iniziato oggi, a Catanzaro, il processo a carico di Egidio Masella, ex assessore regionale, in quota a Rifondazione comunista, coinvolto circa sei anni fa nel caso che fu definito la "parentopoli calabrese". Davanti al tribunale collegiale presieduto dal giudice Antonio Battaglia (a latere Adriana Pezzo e Giovanna Mastroianni) Masella e' chiamato a rispondere dell'accusa di tentato abuso d'ufficio, per aver proposto l'assunzione di sua moglie nella struttura regionale speciale che all'epoca dei fatti lui dirigeva. Dopo l'ammissione dei mezzi di prova richiesti dalle parti (il difensore dell'ex assessore e' Nicola Carratelli) i giudici hanno rinviatonall'udienza del 18 novembre per l'escussione dei primi testi del pubblico ministero. Masella e' stato rinviato a giudizio lo scorso 16 maggio. La vicenda giudiziaria ha seguito un lungo e contorto iter, che aveva gia' portato l'ex assesore nell'aula del tribunale di Catanzaro, il 30 luglio del 2007, dove il gup lo aveva prosciolto dall'accusa contestatagli. La Procura ne aveva chiesto il rinvio a giudizio al termine di un'inchiesta avviata dopo che aveva cominciato a circolare la notizia che ad agosto 2005 l'assessore aveva proposto di assegnare, all'avvocato Lucia Apreda, sua consorte, il posto di responsabile amministrativo della struttura speciale da lui diretta. Un'assegnazione formalizzata con decreto presidenziale n° 224 del 16 settembre 2005, che però fu poi prontamente revocato dall'allora presidente Agazio Loiero, venuto a conoscenza - solo grazie alla campagna mediatica, spiego' quest'ultimo - dell'identita' della persona proposta dall'assessore. A pochi giorni dai fatti Masella rassegno' le dimissioni, all'indomani della comunicazione del presidente Loiero di volerlo sfiduciare. Dopo il primo proscioglimento di Masella - sentenziato sulla base del fatto che l'avvocato Apreda nulla intasco' mai a titolo di compenso perche' il suo contratto non fu mai stipulato -, la Procura di Catanzaro propose ricorso alla Corte d'appello, dove il caso fu discusso a novembre del 2008. I giudici di secondo grado, a loro volta, mandarono gli atti alla Corte di cassazione e fu il Giudice supremo, alla fine, a dare ragione alla Procura di Catanzaro, sottolineando come il "reato di tentato abuso d'ufficio si realizzi anche se la nomina della propria consorte non va in porto", a meno che l'assessore non rispetti l'obbligo di astensione. La Cassazione rimandò dunque gli atti al Tribunale di Catanzaro, dove la nuova udienza preliminare a carico di Masella si è conclusa con il rinvio a giudizio.