Cgil Crotone. Inaspettata apertura di un centro di accoglienza per migranti

Crotone Attualità

Riceviamo e pubblichiamo comunicato della Cgil Crotone sulla realizzazione a Steccato di Cutro di un centro per migranti

"Dopo Cosenza, Catanzaro, Reggio Calabria anche la provincia di Crotone scopre l’inaspettata apertura di un centro per stranieri a marchio Protezione civile. D’altronde, non poteva essere diversamente, visto il “Piano per l’accoglienza migranti” del 12 aprile 2011 che, per garantire “un’equa distribuzione sul territorio nazionale”, destina 1.643 profughi alla Calabria e di questi un centinaio proprio alla provincia di Crotone. Migranti, richiedenti asilo come pacchi postali smistati qua e là sul territorio nazionale secondo logiche e procedure che di umanitario sembrano avere poco e nulla e di irrazionale, costoso e poco trasparente, tutto o quasi. Un cospicuo giro d’affari, se si considera che la quota massima giornaliera a migrante è pari ad € 46 (OPCM 3948/2011), cifra che può raggiungere addirittura gli € 80 se il migrante è un minore (OPCM 3933/2011). E così, secondo un modello che sembra ormai collaudato, in assenza di informazioni capillari sul territorio, in assenza di una partecipazione attiva e virtuosa di sindaci, cittadini, associazioni, con atti di imperio ed assoluta leggerezza vengono fatti sorgere ibridi centri di accoglienza su cui aleggia l’ombra del mistero, fintanto che non sia qualcuno o qualcosa a scoprirli, come per la struttura di Steccato di Cutro. E’ questo un modo di procedere che crea ghettizzazione dei migranti, che alimenta l’allarme sociale, che erode la solidarietà appannaggio di rivendicazioni di sicurezza ed ordine pubblico e che spiana la strada ad un modello che, nella permanente emergenza, potrebbe diventare affaristico, il modello dell’accoglienza targata S.P.A.. Escludendo cittadini già impauriti e sindaci, sovente impreparati, si favorisce l’inversione dell’ordine delle priorità. A strutture già realizzate ed a “invasioni” di stranieri già conclamate, il problema diventa la presenza del migrante in sé, il presunto rischio per la salvaguardia dell’ordine e della salute pubblica e non, all’opposto, specie in un contesto ad alta densità mafiosa e corruttele varie, qual è la Calabria, del come le strutture siano state scelte, realizzate, ristrutturate, delle risorse impegnate, delle procedure adottate per l’assegnazione della gestione, delle logiche sottese alla individuazione di alcuni territori, piuttosto che altri. Soprattutto a Crotone, in un territorio che già paga la mancata realizzazione di un governo integrato e reticolare dell’immigrazione, in cui la presenza del C.A.R.A. viene vissuta sempre più come problematica, in cui si assiste ad un crescente spirito di intolleranza verso gli stranieri e di indifferenza verso le disperazioni umane finanche verso i tentati suicidi, si decide irresponsabilmente di perpetrare gli stessi errori del passato. Nessuna condivisione e coinvolgimento dei soggetti deputati al governo del territorio, nessuna pianificazione di interventi volti a rendere meno traumatica la presenza degli stranieri: potenziamento del trasporto pubblico, raccordi con strutture scolastiche, sanitarie, con associazioni datoriali e di rappresentanza. Nessuno sforzo per creare quanto la Cgil di Crotone (e non solo) chiede da tempo: un nuovo sistema dell’accoglienza diffuso sul territorio, articolato in strutture di medie e piccole dimensioni, che permetta la riqualificazione del patrimonio pubblico dismesso, il ripopolamento di centri impoveriti dall’emigrazione, la costruzione di un nuovo senso di comunità. Siamo contro il business, contro la speculazione economica della vita e della dignità umana, proponiamo di costruire e praticare, realmente, l’accoglienza contro ogni logica affaristica. Invitiamo e sosteniamo il sindaco di Cutro, Salvatore Migale, a ché possa favorire la creazione di una rete fattiva di collaborazione tra soggetti politici ed istituzionali che non accettano di essere esautorati dal loro ruolo, per realizzare, unitamente alle forze sociali del territorio, un “percorso partecipativo virtuoso”, che possa favorire un’accoglienza dignitosa ai migranti, in un’ottica di emancipazione collettiva. In tal senso, il tentativo avviato nel Comune di Rogliano, è un buon esempio. Richiediamo, con urgenza, che il Consiglio Territoriale per l’Immigrazione non si esaurisca in una sterile funzione di illustrazione di progetti o bandi di gara e che venga all’uopo convocato. Invitiamo la Protezione Civile a fornire informazioni su quali centri nel crotonese siano attivi o di prossima realizzazione, sulla durata delle convenzioni, sulle risorse impiegate e potenzialmente spendibili, sui servizi attivati e sulla loro qualità, su quali siano i 500 posti in Italia per i minori non accompagnati; un’operazione di trasparenza ed apertura che funge da garanzia per un corretto e razionale utilizzo di risorse pubbliche, in un momento di ristrettezze economiche, e per favorire un processo di accoglienza che sia condiviso e non imposto."

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