Fgci sulla piscina comunale di Vibo

Vibo Valentia Attualità

Riceviamo da Francesco Colelli, Coordinatore Provinciale FGCI

"In quest’epoca di degrado, culturale e sociale, mentre assistiamo al graduale e rapido “imbarbarimento” della società civile, la ricerca di quelle che possono essere delle ancore di salvataggio, appare più che mai lontana dagli interessi della politica locale e nazionale. In un territorio come il nostro, sempre più perso nei meandri di un oblio culturale senza precedenti, anziché investire su iniziative che possano trainare la nostra società verso un riscatto socio-economico-culturale, quali ad esempio lo sport ed il lavoro, si vanno a “decapitare” le già poche esperienze attive.

Sport e lavoro appunto, tematiche sempre presenti nei dibattiti e nei simposi dei nostri politologi, ma che in pratica subiscono una continua disattenzione dagli stessi. Succede allora che “l’unica” piscina dell’intero territorio vibonese viene abbandonata ad un triste destino, nel colpevole silenzio dell’amministrazione comunale e della politica vibonese tutta, che non spende nemmeno un rigo nel difendere la struttura e i suoi dipendenti. Una politica malata e logorata che dimentica il disagio fino ad oggi arrecato agli utenti (sportivi e ammalati) e, volutamente, si disinteressa del problema occupazionale a cui vanno incontro i 15 padri di famiglia che, come al solito, pagano a proprie spese gli errori e le disattenzioni di chi gestisce la cosa pubblica.

Noi riteniamo che, al contrario di quel che dice il capitalismo moderno, il benessere di una società non si misura con il potere economico ma con lo stato di soddisfazione del cittadino, il quale viene garantito anche dall’esercizio delle attività ludico-sportive. Nel caso del comune di Vibo, infatti, non possiamo accettare che l’amministrazione si rifiuti di investire denaro per il recupero e la riapertura della piscina comunale, ignorando, di fatto, le esigenze di centinaia di cittadini. Se vogliamo migliorare le sorti di questa nostra città dobbiamo pretendere che sia fatta più attenzione agli interessi del cittadino.

Noi da giovani e da comunisti ci sentiamo in dovere di appoggiare la protesta dei lavoratori della piscina comunale e al contempo vogliamo lanciare un messaggio ad una città che ancora una volta tace dinnanzi all’incapacità politico-amministrativa di una classe dirigente molto attenta ai propri problemi e poco a quelli della collettività, con la speranza che l’indignazione ritorni ad essere un sentimento vivo in tutta la comunità dinnanzi ai quotidiani torti che ella subisce."


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