L’ultimo saluto a Don Gabriele
Almeno 1000 persone hanno gremito, giovedì pomeriggio 6 ottobre, Piazza Duomo, per la Santa Messa di esequie di don Gabriele Muratore, scomparso alle prime ore di martedì 4 ottobre per un male incurabile.
In prima fila, la sorella, i nipoti e i pronipoti. La celebrazione eucaristica è stata presieduta dal Vescovo di Crotone- S. Severina S. E. monsignor Domenico Graziani, dai confratelli della comunità di Isola: don Edoardo, Scordio, don Giuseppe Santoro e don Antony Ezeadum, il Padre Provinciale don Claudio Papa e i Padri Rosminiani: don Mario Natale venuto da Trapani, don Nazzareno Natale venuto da Milano numerosi sacerdoti del Clero diocesano. Don Gabriele era membro del Consiglio presbiterale diocesano.
La solenne celebrazione è stata caratterizzata da una visibile atmosfera di gioia e di ringraziamento per il ritorno alla casa del Padre di don Gabriele.
A partecipare al rito tutta la Comunità di Isola di Capo Rizzuto, non solo quella cattolica, ma anche quella laica, quella della chiesa evangelica, in piazza c'erano proprio tutti, in primis i numerosi gruppi parrocchiali con i loro stendardi e le loro divise e le due corali fuse in una, a salutare questo sacerdote e a ringraziarlo per l'insegnamento ricevuto in questi 13 anni di fruttuoso ministero nella comunità.
Don Gabriele è stato il primo Padre Rosminiano di origine calabrese essendo partito dal suo piccolo borgo di Limpidi in provincia di Vibo Valentia nel 1947 per raggiungere dall’altro capo dell’Italia il Calvario di Domodossola dove si sarebbe consacrato a Dio nell’Istituto della Carità. Umile ed infaticabile operaio della Vigna del Signore, da poco aveva festeggiato il 50° anniversario di sacerdozio, gli ultimi 13 li aveva trascorsi dal settembre 1998 a Isola di Capo Rizzuto dopo aver insegnato Lettere nelle nostre scuole del nord dal 1969. Una presenza discreta, quasi silenziosa nella Parrocchia Maria Assunta, una persona seria, acuto maestro di riflessione, sempre accanto ai malati e alle famiglie dei battezzandi, confessore infaticabile.
Per questo motivo durante la celebrazione abbiamo vissuto momenti simbolicamente significativi del ministero di questo sacerdote: la processione al momento della liturgia penitenziale dei giovani dell’oratorio che hanno deposto sul’altare la stola viola simbolo del sacramento della confessione; la processione degli accoliti e dei lettori istituiti che all’inizio della liturgia della parola hanno solennemente portato il Lezionario sull’Ambone; la processione dell’associazione Sorelle dei Malati che hanno portato sull’altare l’olio dell’unzione degli Infermi.
Davanti al feretro, posto dagli operatori della Protezione Civile della Misericordia ai piedi dell'altare, sulla piazza davanti alla marea di tutto il popolo, ci si è stretti intorno a Lui sentendolo ancora vivo, uno di noi. Il Vescovo nella sua omelia, ha avuto parole di ringraziamento per l'umile sacerdote, ne ha elogiato il silenzio pieno di parole, la riflessione, lo stile e la semplicità, “don Gabriele pareva in alcuni momenti che quasi quasi chiedesse scusa di esistere!”. In seguito sua eccellenza ha voluto esprimere la riconoscenza della chiesa verso i famigliari abbracciandoli particolarmente uno per uno.
Commuovente il saluto di don Edoardo Scordio che si è avvicinato al feretro e quasi sotto voce si è rivolto “al fratello, al padre, al maestro: arrivederci e grazie. Grazie perché tu sei stato per me come Mosè sul monte a pregare, a sostenere spiritualmente le nostre fatiche pastorali, le nostre tante lotte, la nascita di innumerevoli opere. Mi hai sempre aspettato, in ansia, nel timore che mi succedesse qualcosa, ma no mi hai mai scoraggiato anzi il tuo “Vai Avanti!” risuona ancora nella mia mente e nel mio cuore. Grazie! Sei partito dal tuo paese hai percorso l’Italia servendo la Chiesa e, sempre nell’obbedienza sei tornato nella tua terra di Calabria. Hai sposato Isola, tu forestiero, mentre altri la lasciavano, l’hai amata e servita senza mai pronunciare un lamento mentre altri, figli di Isola, ahimè, non smettono di dipingerla negativamente. Ora, in questi giorni di doloroso distacco hai forse compiuto il prodigio più grande: sono accorsi in questo palazzo vescovile tutti a venerarti, a pregare, a riflettere sul valore grande del sacerdozio cattolico, a vivere nella grazia la pienezza della comunione e dell’unità!”
Don Edoardo poi ha chiesto a tutto il popolo una vera e propria standing ovation, interminabile, entusiasta, corale. Una comunità si è alzata in piedi ad applaudire soprattutto l'opera di don Gabriele che, ispirata da Dio, ha reso tutti coloro che applaudivano parte dell'insieme: una vera comunità forte e compatta, una comunità spirituale e concreta allo stesso tempo.
La morte di questo piccolo grande sacerdote, sorridente e gentile, sempre vicino alla comunità, sempre obbediente alla Sua Chiesa, è stato un grande esempio per tutti. La sua unicità di uomo ha reso tutti ancora una volta e più delle altre volte irripetibili ed indispensabili per l'insieme, per ciò che è stato fatto e per ciò che deve essere ancora fatto. E' stata una rivelazione ritrovarsi quasi a festeggiare questo grande esempio di vita, tutti insieme, tutti stretti nel dolore della mancanza e nella gioia della speranza della Resurrezione.
Giovedì a Isola di Capo Rizzuto, su quella piazza che ha già visto il verificarsi di eventi straordinari e feste gioiose si è dato l'ultimo saluto ad un uomo che ha speso tutta la sua vita per Amore del Signore ed alla sua gente, spesso in condizioni molto difficili ma sempre con il sorriso sul volto. Tutta la piazza ha ricambiato ieri e nei giorni precedenti con l'alternarsi di migliaia di persone nella camera ardente allestita nella sala riunioni del Palazzo Vescovile, questo amore. E' stato come un riscatto di tutta la Chiesa, una novità assoluta: dicono che oggi non c'è più fede e amore attorno alla Chiesa Cattolica! Al contrario innumerevoli sono questi testimoni che nel silenzio tengono su il mondo e aprono vie al nuovo di Dio. Sono come luci nella notte che possono illuminare il cammino di ognuno.
Continuerà ad esserlo anche don Gabriele che con la sua estrema gentilezza e semplicità domenica scorsa dettava le ultime parole della sua vita terrena rivolgendole alla comunità di Isola di Capo Rizzuto, a quella calabrese e a tutto il mondo: "Voglio salutare la mia gente. Auguro tutto il bene possibile ora e sempre a loro, al loro futuro e alle future generazioni, da estendere a tutto il mondo". Dopo un po' ha pronunciato le sue ultime parole "Voglio andare a Casa".
Oggi, don Gabriele è senza dubbio nella sua Casa, nella Casa origine di tutto e di tutti, ma quelle sue ultime parole, che sono state lette da don Edoardo e che fanno parte del Testamento Spirituale del defunto sacerdote, distribuito a tutti i presenti riecheggiano ancora in piazza e in tutti noi.
Sono un augurio per la Comunità di Isola di Capo Rizzuto certo, ma devono essere rilette e riascoltate anche come monito.
E' dovere di ognuno di noi infatti, far crescere questa Comunità Cattolica, farla diventare esempio per i nostri giovani e per coloro che ancora non sono nati. Questa comunità è un esempio di bene che non solo deve essere conservato, ma deve essere divulgato. Da buon Padre Rosminiano don Gabriele non poteva certo fermarsi ai confini limitati del nostro territorio.
Venerdì mattina la salma è stata portata da una rappresentanza della Comunità di Isola a Limpidi dove riposa nel piccolo cimitero di montagna.