Droga. Operazione “Fuori dan Tunnel”. Indagati in prescrizione

Catanzaro Cronaca

Sono tutti liberi dalle accuse grazie alla prescrizione i quattro imputati coinvolti nell'operazione antidroga dei Baschi verdi di Sellia Marina nome in codice "Fuori dal tunnel". Inevitabilmente, a cinque anni di distanza dalla data del rinvio a giudizio - che risale al 9 novembre del 2006 -, e considerato che i fatti contestati risalgono a molto tempo prima, il tribunale collegiale di Catanzaro (presidente Antonio Battaglia) hanno sentenziato un non luogo a procedere per intervenuta prescrizione nei confronti di Roberto Valeo, Anna Maria Zangari, Giuseppe Palaia, Antonio Gualtieri, come richiesto dai rispettivi difensori (tra gli avvocati impegnati Gregorio Viscomi e Arturo Bova). Inutili le richieste del pubblico ministero che alla scorsa udienza, pur rilevando la prescrizione dei reati contestati a Zangari e Palaia, aveva insistito perche' i giudici condannassero Valeo e Gualtieri a quattro anni di reclusione ciascuno. L'operazione "Fuori dal tunnel" risale all'alba del 25 maggio del 2005 quando i Baschi verdi diedero esecuzione a un'ordinanza cautelare emessa dal gip Abigail Mellace su richiesta del pm Giovanna Mastroianni, per stroncare un traffico di droga destinata a rifornire le piazze di Catanzaro citta', del quartiere marinaro ma anche Sellia Marina e Botricello. Agli indagati, per specifiche condotte, fu contestato il traffico di stupefacenti attuato, secondo le accuse, con un collaudato metodo per acquistare e vendere stupefacenti, scoperto al termine di un'attivita' investigativa partita un anno prima. La droga, secondo le accuse, spesso veniva consegnata in alcuni bar cittadini - e specialmente in alcuni posti del quartiere Lido - dagli indagati i quali, secondo quanto scrisse il gip, e tenuto conto delle differenti condotte, apparivano "stabilmente inseriti con posizione di rilievo nel circuito criminale dello smercio di stupefacenti dal quale avrebbero tratto rilevanti guadagni". All'udienza preliminare arrivarono in sette. Oltre ai quattro attuali imputati rinviati a giudizio, altre due persone - Flavio Scarpino e Valentina Brunetti - decisero di patteggiare due anni di reclusione, mentre due anni e due mesi fu la pena per Carmine Naborre Raimondo.