Violenza sessuale su minore a Catanzaro, chiesta condanna
Tre anni e mezzo di reclusione sono stati chiesti oggi dal pubblico ministero nell'ambito del processo a carico di G.F., catanzarese di 34 anni, imputato per violenza sessuale ai danni di una minore di quattordici anni. Al termine della requisitoria il pm Paolo Petrolo ha sollecitato i giudici del tribunale collegiale (presidente Antonio Battaglia, a latere Adriana Pezzo e Givanna Mastroianni) a sentenziare la colpevolezza dell'imputato, proprio come ha fatto anche l'avvocato Alessio Spadafora, che rappresenta la madre della piccola vittima, costituitasi parte civile, per la quale ha chiesto anche il risarcimento dei danni. Il processo e' stato infine rinviato al 21 novembre per l'arringa del difensore di G.F., l'avvocato Maggiorino Bubba Bello, e la sentenza. Il 34enne, nato a Caraffa (Catanzaro), risponde di presunti gravi abusi compiuti nei confronti di una bambina, conosciuta all'interno di una comunita' per tossicodipendenti dove l'uomo aveva stretto amicizia con i genitori della piccola, che pure usufruivano della struttura. Proprio qui, nel 2003, sarebbero iniziati gli approcci con la bambina, che allora aveva dieci anni, proseguiti poi anche fuori dalla comunita', a casa della famiglia di lei, fino almeno al 2005. Abusi gravi, secondo quanto si legge nel capo d'imputazione, la costrizione a subire atti sessuali, come il vedersi "strappare di dosso con modalita' subdole" i pantaloni della tuta, o essere toccata insistentemente nelle parti intime con le mani o con la bocca, il tutto "avvalendosi della coazione psicologica derivante dalla forte differenza d'età, dalla vergogna della minore e del suo timore di non essere creduta". Questo stando alla ricostruzione dell'accusa, effettuata nel 2006 dal sostituto procuratore Simona Rossi sulla base delle indagini dell'Ufficio minori della Questura di Catanzaro, partite dopo che la minorenne riusci' a confidare le violenze subite ai familiari, purtroppo solo a distanza di tanto tempo dai presunti abusi.