Maltempo. Coisp Catanzaro scrive al Prefetto
Riceviamo e pubblichiamo la letter giunta in redazione che il Coisp di Catanzaro ha scritto a S.E. il Prefetto
Egregio Signor Prefetto,
in occasione della grave emergenza ambientale, verificatasi nelle giornate del 21 e 22 novembre, la città di Catanzaro e gran parte della sua provincia è stata messa a dura prova da eventi climatici a dir poco eccezionali. Ciò ha comportato, purtroppo, la realizzazione di un banco di prova straordinario sotto il profilo operativo che ha anche verificato la risposta istituzionale di fronte l’evento calamitoso. Chi è sul campo, chi è sempre pronto alla chiamata dei vertici e della gente che è in pericolo ha potuto verificare sulla propria pelle discrasie del sistema che vanno ripianate, vanno corrette, vanno rivedute. Ben sapendo di essere degnamente rappresentati da un Questore che anche stavolta è sceso direttamente in campo con i suoi uomini e ha diretto con assoluta professionalità le difficilissime operazioni, ci permettiamo di suggerirLe che le discrasie del sistema vanno valutate insieme agli attori principali, a coloro i quali possono dare un contributo vero per evitare, soprattutto, che domani non accada più.In particolare il personale appartenente della Polizia di Stato intervenuto in aiuto alla cittadinanza è stato costretto ad operare, suo malgrado, sprovvisto di mezzi idonei per provvedere alle più semplici misure di sostegno; basti pensare che, nelle condizioni di estrema urgenza mancavano le lampade iodolux per illuminare le località e i centri abitati privi di energia elettrica e invasi dalle acque e dal fango. Basti pensare alla cosa più assurda, al fatto che la Polizia di Stato, con un 113 che ancora funziona e non va in tilt, non ha la possibilità di fornire i suoi uomini dei mezzi di soccorso più idonei come quei fuoristrada con ruote motrici essenziali per raggiungere le zone isolate e impervie invase da acqua e fango.
Ci riferiamo, Eccellenza, anche alle dotazioni assolutamente inadeguate del personale in servizio presso l’U.P.G. e S.P. della Questura, non dotato di adeguate calzature anfibie, essenziali in questi casi, di abbigliamento impermeabile, di materiale di pronto impiego per servizi emergenti o per situazioni imprevedibili e contingenti (funi, piccozze, traini, catene, ecc.). Tale carenza, in situazioni di emergenza, è ritenuta grave sia per il proficuo adempimento dell’attività di soccorso pubblico, sia per l’incolumità e l’autotutela del personale impegnato. Lei si chiederà che, a questo, al pronto soccorso contingente, sono deputati altri organismi. Ma noi le rispondiamo, per quello che abbiamo vissuto, che sul campo una Volante della Polizia di Stato o le pattuglie della Questura, della Squadra Mobile, dell’Ufficio di Gabinetto, create nell’immediato, sono sole di fronte alla chiamata del cittadino sul tetto dell’auto allagata dai fiumi di strade, sono sole di fronte alle persone imbottigliate in negozi trappola, di fronte alle frane, alle strade divelte, alle case allagate e ai cittadini terrorizzati. Non perché i Vigili del Fuoco siano assenti, per carità, ma perché quelle coraggiose pattuglie dei Colleghi sono impegnate in mille altri interventi.
Se a soccorrere le persone colpite da calamità naturali, sono Agenti di P.S. armati solo dell’inestinguibile senso del dovere e del sacrificio, ci sembra il caso e l’ora di porre rimedio a tale stato di cose. E se in casa propria abbiamo tanto da fare, vogliamo spingerci un po’ più in là, vogliamo passare alla fase di coordinamento e vorremmo sapere se tutte le componenti in campo hanno dato il loro contributo, se tutte le Istituzioni hanno risposto alla chiamata della necessità, se tutti “noi” sappiamo esserci quando occorre. Dicevamo che il nostro centralino non è andato in tilt, mentre la rete telefonica ci risulta essere stata resa inefficace dalle intemperie, e diciamo che tutte le Volanti hanno raddoppiato il turno, che i colleghi della Sala Operativa non hanno smontato, che coloro che erano in Ufficio si sono armati di paletta e lampeggiante per chiudere una strada pericolosa o per sturare qualche tombino allagato (anche questo è soccorso pubblico!). E gli altri? Dov’erano? Dove sono le gru, le Jeep, gli autospurgo, i mezzi veri del soccorso pubblico, quelli più adatti, quelli che sono nati per reagire a tali inconvenienti, quelli che ricevono i fondi per fare questo e nient’altro che questo. Forse sarebbe più logico, Signor Prefetto, che questo apparato e questa strumentazione sia affidata a chi va a salvare le persone dagli scantinati e a chi reagisce con immediatezza anche innanzi alle intemperie delle calamità naturali, cioè a noi della Polizia di Stato, all’Arma, ai Vigili del Fuoco, ai Vigili Urbani, e non ad altri “specialisti” che di fatto dovrebbero essere maggiormente presenti e incisivi in situazioni di tale drammaticità. Speriamo solo nella Grazia del Cielo, perché non si ripeta più.
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