Uil/Pa - Inpdap: si al Super-Inps, ma con pari dignità
Riceviamo e pubblichiamo nota della segreteria regionale Uil/Pa - Inpdap sul decreto Monti che accorpa l’Ente all’Inps:
Il decreto “salva Italia”, come lo ha definito il presidente del Consiglio, salverà forse la nazione, ma lascia dietro di sé una serie di polemiche e di contestazioni sindacali e politiche di difficile soluzione. Una di queste polemiche riguarda l’Inpdap, l’Ente di previdenza dei dipendenti degli Enti pubblici, che è stato accorpato all’Inps. Sulla vicenda interviene Giuseppe Murica, segretario regionale della Uil-Pa/Inpdap, che contesta apertamente le decisioni governative, così come stanno facendo per altre problematiche tutti i sindacati confederali. “L’Art. 21, comma 2, del DL. 201/2011 - dice Murica - specifica che con Decreti di natura non regolamentare, da emanarsi entro 60 giorni dall’approvazione dei Bilanci di chiusura degli Enti e sulla base delle risultanze degli stessi bilanci, le risorse strumentali, umane e finanziarie di detti “Enti Soppressi”, siano trasferiti all’Inps. Dall’esame attento dell’articolo, si evince che si agisce con Decreto Legge su una materia che per essere ben regolamentata, necessita di almeno quattro mesi, termine entro il quale avverrà la chiusura dei Bilanci di Inpdap ed Enpals. Se questa è la cornice di riferimento, il Parlamento viene chiamato ad esprimersi sulla creazione di un colosso previdenziale da 400 miliardi di euro, senza che siano note le linee fondamentali lungo le quali si procederà per raggiungere gli obiettivi prefissati”.
“Quanto ai risparmi previsti, - continua Murica - spesso nel nostro paese le fasi attuative di procedimenti tendenti ad economizzare, si rivelano a consuntivo di segno diametralmente opposto. Anche in questo caso, pensando ad esempio alla necessaria unificazione delle procedure informatiche, non abbiamo certezze che si possano realizzare risparmi; molto più probabili saranno li incrementi di spesa. A nostro parere prima di pensare ad unire fittiziamente Istituti Previdenziali operativamente tanto diversi, occorre agire con strumenti legislativi adeguati, sul tema antico, ma sempre attuale, della separazione netta dell’assistenza dalla previdenza”. “Leggendo con attenzione le carte, probabilmente si comprende una delle ragioni vere dell’accorpamento all’Inps, laddove si evince che la dotazione organica dell’Inps si amplierà di tante unità per quanti sono i dipendenti di ruolo dell’Inpdap. Con un calcolo rapido, a livello nazionale verrebbero mandati a casa un migliaio di lavoratori tra precari diversamente contrattualizzati e quelli in posizione di comando non ancora inquadrati”.
“A tale proposito - prosegue la Uil-Pa Inpdap - gradiremmo sapere, se uguale destino si abbatterà sui dipendenti Inps che si dovessero trovare nelle medesime condizioni giuridiche. La nostra preoccupazione poi, è che possa essere vanificato il progetto concernente il Piano Industriale per il quale noi tutti siamo stati impegnati a ogni livello da un triennio. Nella nuova condizione giuridica, i vertici Inps daranno seguito al nostro Piano Industriale o sarà tristemente avviato su un binario morto? Quanti milioni di Euro saranno necessari per il nuovo software che dovrà gestire l’assicurazione obbligatoria e i trattamenti previdenziali, che in tante parte sono e rimarranno diversi? E che fine faranno i Piani della Performance e del Programma per la Trasparenza predisposti dall’Inpdap sui quali di recente il CiVIT ha espresso valutazioni positive?”. “Sono problematiche che incidono in maniera sostanziale sulla nuova gestione dell’assistenza pubblica. Ecco perché - conclude Giuseppe Murica - da coloro che hanno la responsabilità dell’Istituto, ci aspettiamo di conoscere le eventuali direttive di accorpamento, facendo presente che bisognerà assicurare un dignitoso posto di lavoro a tutti i dipendenti Inpdap, precari inclusi”.