Comune Isola aderisce al progetto “L’italia sono anch’io”
Il sindaco di Isola Capo Rizzuto Carolina Girasole - si legge in una nota stampa del Comune di Isola Capo Rizzuto - è stato il primo tra i sindaci della provincia di Crotone a firmare le due proposte di legge d’iniziativa popolare per il diritto di elettorato senza discriminazioni di cittadinanza e di nazionalità. Seconda in Calabria al solo sindaco di Lamezia, Gianni Speranza, la Girasole ha inteso aderire alla campagna “L’Italia sono anch’io” in piena condivisione con le istanze che l’iniziativa porta avanti. «Riconoscere il diritto al voto di persone che vivono e lavorano da tempo in Italia – commenta il sindaco di Isola – ci sembra un atto dovuto, uno dei primi diritti da riconoscere a chi è parte integrante di una comunità». «A Isola Capo Rizzuto, poi – aggiunge Girasole – c’è una situazione del tutto particolare. Il Campo di S. Anna, ma anche la presenza sul territorio di moltissimi immigrati che lavorano nei campi e che in gran numero si sono ormai perfettamente integrati nella comunità, ci conferisce una sensibilità particolare, che si unisce ad una storica predisposizione all’accoglienza. Ecco perché ho firmato subito e con grande piacere. Perché ritengo questo un atto di integrazione vera e di riconoscimento nei confronti di persone che fanno parte, a tutti gli effetti, della nostra comunità». Per consentire ai cittadini interessati di sostenere l’iniziativa, l’Amministrazione comunica che presso l’Ufficio elettorale del Comune di Isola Capo Rizzuto è possibile trovare i modelli vidimati per firmare le due leggi d’iniziativa popolare.
La raccolta delle firme - continua la nota - è partita da un gruppo di 19 organizzazioni della società civile, con il sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio quale presidente del Comitato promotore. La prima delle due proposte di legge tende alla riforma della normativa sulla cittadinanza. Chiede, cioè, di aggiornare i concetti di nazione e nazionalità, sulla base di un senso d’appartenenza ad una comunità che sia determinato da percorsi condivisi di studio, di lavoro e di vita. Con la seconda proposta, invece, si vuole riconoscere ai migranti regolari il diritto di voto nelle consultazioni elettorali locali, quale strumento più alto di partecipazione e responsabilità sociale e politica. In sintesi, gli obiettivi che si punta ad ottenere sono quelli di riconoscere la cittadinanza italiana a tutti i bambini nati in Italia da genitori regolari, ai minori arrivati in Italia entro il 10° anno d’età, ai minori che frequentano un ciclo di studi e agli stranieri adulti dopo 5 anni di soggiorno regolare in Italia. Inoltre, si propone il diritto di voto amministrativo per le elezioni comunali, provinciali e regionali per gli stranieri legalmente soggiornanti in Italia da 5 anni.