Giovani Farmacisti: “Risparmio e lavoro per giovani farmacisti ma non mercificazione del farmaco”.
Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma di Vitaliano Parrella Catalano Presidente Agifar Catanzaro
“L’Agifar, associazione dei giovani farmacisti della provincia di Catanzaro per voce del suo Presidente Vitaliano Parrella Catalano e del Consiglio Direttivo si dissocia apertamente dal metodo populistico, superficiale e univocamente utilizzato contro la categoria, dai media nazionali, per discutere e approfondire le tematiche riguardanti la liberalizzazione dei farmaci di fascia C. In un momento economico di forte disagio per il nostro paese, ci saremmo aspettati una maggior responsabilità, calandosi meglio e più profondamente nella realtà della farmacia e dei farmacisti di oggi, non etichettando semplicisticamente una categoria di professionisti come CASTA preoccupata solo di salvaguardare i propri privilegi. Ciò che sta accadendo ormai da 10 anni è un attacco frontale del capitale delle grandi multinazionali e brand del farmaco al sistema farmaceutico italiano. Le grandi case farmaceutiche infatti, passato il boom che l’innovazione informatica e strumentale degli anni ’80 e ’90 aveva portato con la sintesi di nuove molecole e nuovi farmaci da immettere sul mercato, ha visto negli ultimi anni scadere la maggior parte dei brevetti storici sui quali fondavano la loro forza economica. Dall’altra parte, sulle molecole di ultima generazione e non, sono venuti meno gli introiti a causa dei tagli degli Stati volti al contenimento della spesa farmaceutica in genere, spesso dovuta e inasprita dai piani di rientro; tutti introiti che nei decenni precedenti finanziavano lautamente con l’assistenza sanitaria i loro bilanci per riempire gli armadietti dei pazienti italiani. Contemporaneamente i costi di produzione negli stati madre sono aumentati e con loro i costi del personale di ricerca e di manodopera oltre che delle materie prime necessarie. Il risultato è non solo l’impoverimento di interi distretti industriali quali l’area del Bolognese o di Pomezia a vantaggio di aree dell’est e dell’Asia come l’India, ma la necessità di reperire nuovi capitali dovuti ai cali dei loro fatturati per non parlare delle decine di colleghi appiedati o con possibilità d’impiego nell’industria drasticamente ridotte. Come la finanziaria del Presidente Monti è basata su due linee: tagli ai costi e rilancio economico, anche le Industrie hanno usato lo stesso criterio, nel primo caso abbiamo visto come, nel secondo programmando una larga commercializzazione, vendita e quindi fatturazione delle molecole più comuni per incrementare gli utili. In questo scenario le farmacie sono di intralcio a questo meccanismo ed è qui che emerge chiaramente la vera lobby da chi è composta, non a caso una delle voci più accese a sostegno dell’art. 32 del decreto Salva Italia è stata la Marcegaglia ovvero Confindustria per conto quindi di Farmindustria. La prima lenzuolata Bersani circa 10 anni fa ormai, è servita a creare innanzi tutto un solco nella categoria professionale, cominciando a servire a Coop e Grande Distribuzione Organizzata l’antipasto per poi servire oggi il primo e infine secondo e frutta vediamo quando….distruggendo uno dei pochi servizi in Italia davvero capillari ed efficienti. Chi pensa quindi che il problema sia tra Parafarmacisti che vorrebbero lavorare e Farmacisti che difendono i privilegi come i media hanno lasciato intendere, conosce poco la situazione, anzi lo scontro è funzionale a distogliere il principale soggetto dalla scena e distrarre tutti quanti dai reali problemi della categoria che sono l’accesso alla professione e la salvaguardia della salute dei cittadini mediante la dispensazione del farmaco in un circuito rigoroso e affidabile che eviti di risanare l’economia del paese e delle aziende intossicando gli italiani. E’ per questo che Agifar Catanzaro sostiene che la strada più saggia da seguire sia la riforma del servizio farmaceutico ricalcata sul manifesto dei sette punti approvato a ottobre dall'assemblea generale di Federfarma che il presidente nazionale Racca e i suoi rappresentanti sul territorio stanno cercando di portare all’attenzione pubblica e di un governo capace di ascoltare anche la nostra categoria, che più che lobby è parte lesa vittima delle reali lobby legate al capitale. Nella fattispecie i punti salienti prevederebbero l’abbassamento del quorum intorno ai 3500 abitanti, con l’espletamento di concorsi per soli titoli a canale preferenziale per giovani, farmacisti rurali, collaboratori e parafarmacisti in tempi brevissimi, creando così un vero sviluppo economico con nuovi posti di lavoro stabili per tutti coloro che vogliono accedere alla professione, scongiurando il progetto di guardare in futuro alla Farmacia come ad un settore prettamente economico-commerciale, gestito da chi vende (o, persino, produce) ma come il presidio medico di prossimità sempre a disposizione del cittadino e in testa a tutti i sondaggi di gradimento per servizi erogati e cortesia votati dagli italiani.”
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