Federfarma Catanzaro: “La serrata è la prova tangibile di uno stato di esasperazione”
"Saracinesche abbassate, porte di ingresso sbarrate: la serrata dei farmacisti di lunedì 30 gennaio ha una motivazione ben precisa che si legge sul manifesto affisso sulle vetrine di quasi tutte le farmacie della provincia di Catanzaro “La difesa dei nostri diritti è la difesa del diritto alla salute di tutti i cittadini”. - Comunica una nota del Presidente Dott. Vincenzo Defilippo - Risultato: i cittadini della Provincia di Catanzaro potranno acquistare farmaci, se non nelle farmacie tenute ad espletare servizio continuativo in base ai turni determinati dall’Azienda Sanitaria territoriale competente.
Questo sciopero è l’ultimo atto di una attività infervorata iniziata dai rappresentanti dei farmacisti della Provincia di Catanzaro da diversi mesi, ovvero da quando l’ASP del territorio ha cominciato a non accettare un tavolo di concertazione sulle problematiche che da sempre affliggono la categoria e i cittadini e ad accumulare un ritardo nei pagamenti che, come era facile prevedere, se non tamponato subito avrebbe raggiunto livelli ingestibili. Ciò che si era paventato all’inizio oggi è realtà: la parte pubblica con la sua inadempienza ha scaricato sui farmacisti l’onere dei farmaci distribuiti in sistema di Convenzione con il SSN, facendosi così “finanziare” dalla categoria per un periodo che non accenna a chiudersi.
La serrata di lunedì è la prova tangibile di uno stato di esasperazione economico-finanziaria e di un malcontento generale dei farmacisti coinvolti, stanchi di essere dei professionisti di serie B se confrontati ai colleghi di altre Regioni d’Italia.
Dunque, uno sciopero voluto e deciso con unanimità di consensi, e dovuto a tutela delle professionalità di chi viene chiamato ogni giorno a rendere un servizio alla comunità di estrema rilevanza ma che in Calabria viene bistrattato. I farmacisti sono stanchi di essere “etichettati” come categoria privilegiata per essere titolari di farmacie storiche! È giusto che la collettività sia portata a conoscenza delle annose questioni della categoria.
E’ solo nello spirito di leale collaborazione con il Governo regionale, che pure sino ad oggi lo ha invece gravemente mortificato ed offeso, che i Farmacisti informano in anticipo i sottoscrittori del verbale in oggetto della programmata iniziativa di protesta, nella speranza (come noto, l’ultima a morire) di attivare finalmente l’adempimento da parte del Governo regionale e dell’ASP di Catanzaro degli impegni a suo tempo sottoscritti, con il pagamento delle mensilità di Agosto e Settembre, nonché della mensilità ritenuta oramai erroneamente corrente del mese di Ottobre.
E’ evidente, però, che in caso di ulteriore prolungata assenza da parte del Governo Regionale e dell’ASP di Catanzaro i Farmacisti si vedranno costretti a dare corso ad ulteriori due giornate di chiusura fissate per il 20 e 21 febbraio prossimo venturo.
La pubblica amministrazione dichiara di operare nell’interesse del cittadino ma in realtà va in tutt’altra direzione. Lo dimostra il fatto che non raccoglie le significative aperture date da Federfarma in direzione di un reale ammodernamento del servizio farmaceutico.
Per Federfarma non è una questione di principio ma la protesta nei confronti di un sistema chiuso, che non accenna approcci al dialogo istituzionale e costruttivo. È per questo che è intenzione dei farmacisti della Provincia di Catanzaro utilizzare tutti gli strumenti che la legge riconosce per la manifestazione delle loro doglianze, nel pieno rispetto della comunità (informando tempestivamente sulle farmacie di turno tenute al servizio continuativo nel corso dello sciopero) e mantenendo pur sempre aperta la strada della concertazione purché sia seria, reale e risolutiva.
Per quanto riguarda le novità del decreto appena varato dal Governo, noi come farmacisti siamo d’accordo ad un riordino; da molto tempo Federfarma aveva proposto una modernizzazione del mondo della farmacia. Ma la riorganizzazione deve essere sensata e portare ad un miglioramento di un sistema che finora ha sempre funzionato. Se poi si considera la situazione nella nostra provincia e della nostra regione, la situazione diventa ancor più grave visti i problemi finanziari in cui le farmacie si trovano, a causa dei ritardi nei pagamenti da parte dell’ASP.
Insomma, più che liberalizzare dal momento che l’UE non ha mai preteso alcun intervento al riguardo del nostro sistema farmacia - ha incrementato a dismisura la filiera dell’assistenza farmaceutica.
L’incremento eccessivo sul territorio di farmacie se, da una parte, ha lo scopo di dividere il fatturato su più soggetti esercenti, dall’altro, ne mette in pericolo la sopravvivenza, perché fa venir meno quell’equilibrio costi/ricavi che ha consentito alla maggior parte dei titolari la gestione delle loro aziende-farmacie, ma anche di finanziare con i loro crediti il SSN e il debito pubblico.
In definitiva, accadrà con le farmacie quanto accaduto con le parafarmacie. Molte dovranno chiudere per la esiguità dei ricavi e l’aggressione della grande distribuzione organizzata, che tenta di concentrare la produzione dei generici, a proprio marchio, con la somministrazione degli stessi al pubblico. Proprio quelle commistioni che le liberalizzazioni - quelle vere - dovrebbero impedire."