Cultura: il centro studi del calabrese Bruni organizza incontro per centenario Caproni
Il Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi”, diretto da Pierfranco Bruni, in occasione del Centenario della nascita del poeta Giorgio Caproni (nato a Livorno il 7 gennaio 1912 e morto a Roma il 22 gennaio 1990), organizza un incontro di studi per ricordare l’opera e la figura di uno dei poeti più caratterizzanti del Novecento italiano che si svolgerà il 7 gennaio prossimo nella Sala del Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi” di Carosino Taranto sul tema: “La poesia di Giorgio Caproni. Un centenario nel viaggio delle partenze e la profezia di Enea”. “Bisogna necessariamente - si legge in una nota - celebrare un centenario, cesella Pierfranco Bruni, in un contesto in cui la poesia costituisce un viaggio tra le parole e il sentiero dei sentimenti. Il poeta che ha tracciato un percorso virgiliano ponendo all’attenzione il mito di Enea come modello profetico e lirico”. Nel corso della serata verrà presentata una lettera inedita che Caproni scrisse il 24 settembre del 1989 proprio a Pierfranco Bruni. È una delle ultime lettere che Caproni scrisse. Infatti, la morte lo coglie nel gennaio dell’anno successivo. Nella lettera ci sono alcuni passaggi profondamente malinconici e doloranti. Caproni scrive a Bruni: “mi trovo in condizioni tali di salute da non aver nemmeno la forza di buttare giù una lettera” (…) io non ho più l’energia necessaria per star dietro a tutto, anche perché, per vivere, devo continuare a lavorare”. E poi più avanti: “ormai vivo isolato quasi l’intero anno in un paesino ligure, dove per ordine del medico non mi vengono spedite né lettere né altro e questo forse le spiegherà in parte il mio silenzio, diventato un’assoluta necessità”.
“Giorgio Caproni è un riferimento che va riletto e riproposto, osserva Pierfranco Bruni. La sua produzione poetica, editorialmente, ha come inizio il 1936 con un testo dal titolo: “Come un’allegoria” e un congedo post mortem che ha rimandi metaforici forti: “Res amissa”, libro pubblicato nel 1991. Tra l’incipit e il concluso, come ferita non cucita (o percorso incompiuto) volutamente dal destino, c’è “Il passaggio di Enea” che racchiude poesie tra gli spazi di un tempo che collega il 1943 al 1955. Poi ci sarà “Il seme del piangere” e ancora “Il muro della terra” e così tra i labirinti dei linguaggi che si focalizzano in un camminare tra città lungo le vie dei treni o i corridoi delle biciclette”. Alcune delle poesie di Caproni portano delle dediche al altri poeti e scrittori che ha amato e con i quali ha condiviso un perso di esistenza e di poesia. Tra questi poeti ci sono Michele Pierri e Libero Bigiaretti, le cui dediche compaiono proprio nel testo su Enea. A Giorgio Caproni il Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi” dedicherà, nel corso dell'anno, altri convegni e delle pubblicazioni.