Crisi: in Calabria un 2012 con aumento della disoccupazione

Calabria Attualità

Incertezza sul futuro e rischi di un aumento progressivo della disoccupazione non disgiunti da un appello alla classe politica e amministrativa di governo per un rilancio degli investimenti. Sono questi i tratti che, in Calabria, accomunano l'analisi per niente ottimistica sullo scenario del 2012 a venire tracciata - in un'inchiesta realizzata dell'Ansa - da rappresentanti sindacali e del mondo delle attività produttive.

Aumentano i senza lavoro e si moltiplicano di pari passo le richieste di ammortizzatori sociali nella regione, mentre salgono alle stelle tassazione e costi di tariffe e servizi. Ergo: sono tutt'altro che rosee le prospettive che sembrano profilarsi per una regione come la Calabria, alle prese con i contraccolpi della crisi mondiale e costretta, suo malgrado, a dimenarsi tra vertenze vecchie e nuove.

"Davanti agli sconvolgimenti epocali che hanno investito il mondo - osserva Giuseppe Gatto, presidente di Confindustria Catanzaro - non ci sono grandi programmazioni da fare, piuttosto é vitale guardare al giorno per giorno. A mio parere non serve un'opera da un miliardo di euro ma tante opere di dimensioni più piccole, utili, che abbiano una ricaduta immediata. Solo così l'economia calabrese può avere delle chance per risorgere, tanto più che le opere colossali qui rischiano di strozzare le nostre imprese, basti solo pensare al peso opprimente che hanno i ritardi nei pagamenti". Di "fase delicata" per la quale la Calabria "pagherà un grande scotto in termini occupazionali" parla Giuseppe Gaglioti, presidente della Camera di Commercio di Cosenza, struttura che opera in un territorio che - per popolazione, estensione e Pil - è pari a metà di quello dell'intera regione. "Ci troviamo dinanzi - sottolinea Gaglioti - a misure, quelle adottate dal governo che lasciano poco spazio alla speranza. Se si continua su questa strada, anzi, si rischia la saturazione.

Purtroppo, nella fotografia che vedo della realtà mancano i colori, non si fanno investimenti e l'accesso al credito si conferma come il nodo irrisolto. Per il futuro? Contiamo sull'apporto positivo della Banca di Garanzia che, una volta autorizzata, darà un po' di respiro all'economia". Ma la preoccupazione più forte è quella legata al lavoro che manca e che si va rarefacendo. E la provincia di Reggio da questo punto di vista non fa eccezione. "Manca un piano per il lavoro in Calabria e a livello nazionale - sostiene Mimma Pacifici, segretaria generale della Cgil reggina - e il 2011 ci lascia un'eredità di 2.350 lavoratori in cassa integrazione e mobilità. Con l'anno nuovo per alcuni si profilano rischi sulla mancanza di coperture e l'annullamento degli ammortizzatori sociali. C'é poi l'incognita legata alla forestazione che potrà contare su meno risorse rispetto agli anni passati. Sulle corde ci sono anche i lavoratori delle municipalizzate molti dei quali non ricevono stipendi da mesi. C'é un fenomeno, poi, che si sta verificando anche in molti piccoli centri della provincia dove ci risulta che molte attività commerciali abbiano chiuso i battenti al 31 dicembre scorso con risvolti sociali tutti da valutare". E i consumi? "Malgrado il periodo natalizio - spiega Antonio Gatto, presidente di Despar Italia e componente della giunta esecutiva di Confindustria Calabria - sia andato in fin dei conti meno peggio di quanto si temeva probabilmente per le feste che sono tornate ad essere più casalinghe con aumento di acquisti, complessivamente devo dire che non si respira un'aria positiva. La crisi, però, non è congiunturale ma strutturale e così va gestita. Al momento stiamo pagando l'effetto degli annunci, quando tutto questo si ripercuoterà direttamente sulle tasche dei cittadini vedremo cosa accadrà".