Rosarno: Africalabria, 2 anni dopo la rivolta insieme contro la crisi
“Annus terribilis, il 2011, per Rosarno e la Piana di Gioia Tauro tutta. E il futuro promette pessimi auspici: licenziamenti di massa al Porto, impianti turistici e supermercati chiusi, le arance che restano sugli alberi e i terreni che vengono abbandonati. - È quanto si legge in una nota dell’associazione Africalabria - Donne e uomini senza frontiere, per la fraternità - In questa situazione, ci accingiamo a pagare la crisi, ad affrontare i sacrifici che l'Europa ci chiede per rimediare a una situazione che non abbiamo creato NOI. Tutto questo vuol dire DISOCCUPAZIONE, ospedali chiusi, servizi che vengono meno e qualità della vita sempre peggiori per tutti. Per gli italiani e per gli immigrati. Per i braccianti e per i piccoli produttori. Per gli operai e per tutti i cittadini. E disoccupazione, per gli immigrati in Italia, significa clandestinità se non trovi un'occupazione entro sei mesi.
Intanto, - si legge ancora nel comunicato - nelle nostre campagne i braccianti africani continuano a vivere a centinaia in condizioni disumane, mentre i profitti degli agrumi, dei kiwi e dell'olio, attraverso i supermercati, vanno ai grandi gruppi che ci strozzano, imponendo prezzi stracciati alla fonte. Il sistema che ci sfrutta da decenni ora ci dice che non serviamo più, non servono i nostri agrumi, non servono le braccia dei nostri migranti. Serve invece il nostro territorio per impianti di ogni tipo che ci avvelenano la vita e distruggono la terra, come la centrale turbogas a Rizziconi, o l'inceneritore di Gioia Tauro per il quale è quasi pronto il raddoppio, o il rigassificatore a San Ferdinando, che distruggerà decine di ettari di terreno agricolo, danneggerà ancor di più le attività del porto e ci esporrà tutti al rischio d'incidenti catastrofici. In questa situazione, è insensato attaccare i migranti, non ha senso mettere i deboli contro i deboli o i “penultimi” contro gli “ultimi”. L'unica possibilità è stare insieme per difendere i diritti di tutti. UNITI per difendere il diritto a decidere su ciò che ci riguarda: il porto, il rigassificatore, l'agricoltura... la TERRA! Affinché il porto sia rilanciato e i posti di lavoro difesi. Affinché i terreni agricoli rimangano tali e offrano un lavoro degno ai lavoratori, immigrati e non, e un reddito ai proprietari.
Sabato 7 Gennaio, - informa infine la nota - dalle ore 11,00 alla 2° Zona industriale di San Ferdinando da mattina a sera, FESTASSEMBLEA in difesa del lavoro e della terra: trascorreremo una giornata proprio laddove dovrebbe sorgere il rigassificatore, un luogo simbolo, per riaffermare la volontà di strappare la nostra terra alla costruzione di megaimpianti e di restituirla agli agricoltori e alle POPOLAZIONI LOCALI. ITALIANI E IMMIGRATI, LAVORATORI E DISOCCUPATI PRENDIAMOCI PER MANO, AFFRONTIAMO I NEMICI. LOTTIAMO INSIEME PER IL NOSTRO FUTURO!
Adesioni: Coordinamento Portuali Sul, Flai-Cgil comprensorio di Gioia Tauro, San Ferdinando in movimento, Kollettivo Onda Rossa, Rinascita-Cinquefrondi, Equosud, Csoa “A. Cartella”, Chiesa battista di Rc, Mammalucco Onlus Taurianova, GASPP-Gruppo d'acquisto solidale e popolare della Piana di Gioia Tauro, Circolo Arminio di Palmi, Partito della Rifondazione comunista”.