Legambiente: “Ecomafia”, il caso Calabria
Rifiuti tossici e disastri ambientali, infiltrazioni criminali nel ciclo dei rifiuti e filiera mafiosa del cemento, dissesto idrogeologico e abusivismo sfrenato, navi dei veleni e agromafie. È un lungo elenco quello che al capitolo ecomafia fa della Calabria un vero e proprio caso. I dati del Dossier Ecomafia 2011 di Legambiente sono impietosi: la regione si attesta al secondo posto, dietro la Campania, nella classifica nera dell’illegalità ambientale. Un fronte sempre più redditizio per le cosche: il fatturato delle ecomafie supera ormai i 19 miliardi di euro.
Le statistiche, le tendenze e le storie che emergono dal decennale dossier del Cigno Verde sono un punto di partenza per una riflessione che vuole affrontare – in un momento delicato per la regione – le tante criticità e i tanti nodi aperti nel Vibonese e in Calabria. Per costruire e praticare un’alternativa possibile. Insieme a Legambiente Calabria ne discuteranno il 13 gennaio a Ricadi esperti e uomini delle istituzioni, sindaci e forze dell’ordine, rappresentanti delle forze sindacali e della politica, associazioni di categoria e del terzo settore. L’appuntamento è alle ore 17.30 nella Sala Consiliare.
Introdotti da Franco Saragò (segreteria Legambiente Calabria), i lavori saranno coordinati e conclusi da Nuccio Barillà, del direttivo nazionale dell’associazione ambientalista, da sempre impegnato sul fronte delle ecomafie. A dare rilievo istituzionale all’incontro la presenza del prefetto di Vibo Luisa Latella. Il compito di tenere la relazione introduttiva sul Caso Calabria toccherà a Enrico Fontana, responsabile dell’Osservatorio Nazionale Ambiente e Legalità di Legambiente, uno dei maggiori conoscitori della problematica, che ha tra l’altro coniato il termine “ecomafia” nella prima metà degli anni 90.
Tra gli interventi previsti quello del Procuratore della Repubblica di Vibo Mario Spagnuolo, un contributo prezioso per ricostruire le dinamiche criminali in campo ambientale, a partire dal territorio della provincia vibonese. Mentre Vincenzo Caracciolo, Comandante regionale del Corpo Forestale dello Stato, stilerà un bilancio delle azioni svolte sul campo in difesa dell’ambiente. Don Giuseppe Fiorillo di Libera testimonierà sull’impegno dell’antimafia sociale. E, ultimo ma non ultimo, Franco Falcone, Presidente Legambiente Calabria, traccerà le linee d’azione del Cigno Verde per affrontare il Caso Calabria.