Lettera aperta ai Segretari Regionali della Calabria di Cgil, Cisl, Uil e Ugl

Calabria Attualità

Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta ai Segretari Regionali della Calabria di CGIL CISL UIL e UGL, per tutti i dipendenti OSS riqualificati Dussmann Cosenza a firma di Gli RSA: Pino Molinari UGL Cosenza , Antonio Canino, CGIL Cosenza Francesco Iozzo UIL Cosenza

Cari Michele, Paolo,Roberto e Antonio

"Sono oramai molti anni che lottiamo con tutte le nostre forze per cercare di far capire alla politica calabrese la profonda differenza fra “internalizzazione” e “stabilizzazione”e quanto sia strumentale fare un enorme calderone fra precari ed esternalizzati e fra personale del comparto e della dirigenza. L’internalizzazione non prevede nuovi finanziamenti poiché la spesa è già presente nei bilanci aziendali nella voce “beni e servizi”, anzi l’eliminazione di un terzo soggetto (la ditta o la cooperativa) e della sua struttura amministrativa ed organizzativa, garantirebbe un evidente risparmio per l’azienda, una continuità/garanzia professionale ed il costo orario di Operatori Socio Sanitari ed Ausiliari, pagato dalle aziende, diventerebbe il salario di questi operatori che, pur lavorando in tutti i servizi e reparti aziendali, ricevono stipendi molto inferiori dei loro colleghi del SSN. La riduzione/revisione delle strutture semplici e complesse NON tocca minimamente i lavoratori che anzi subiscono aumenti insostenibili di carichi di lavoro quando si concentrano, con gli accorpamenti di reparti e servizi, dirigenze e diversi metodi/esigenze assistenziali. Chi è responsabile di una gestione/attuazione della sanità dovrebbe avere la capacità e volontà politica di riportare i dati reali, quando si parla di dipendenti e di salari, facendo una dovuta differenza fra i lavoratori che devono garantire i LEA e dare assistenza diretta e chi, in buona parte, è lo “spreco clientelare” di un malgoverno generalizzato. Inoltre la riforma dei contratti, nel tentativo di aumentare l’efficienza, sta arrivando ad annullare l’efficacia di un lavoro d’equipe per rendere complessiva e continuativa la risposta assistenziale, favorendo individualità e forme illimitabili di clientelismo, e prospettando per una parte di dipendenti del SSN e per tutti gli esternalizzati, stipendi miseri rispetto alle responsabilità del nostro lavoro, nelle corsie come nei territori, in rapporto ai disagi, danni, sofferenze, solitudini che si devono affrontare. Non c’è medico che possa funzionare se non ci sono infermieri professionalmente ed umanamente attivi, ed ambedue hanno bisogno di operatori OSS che, occupandosi delle cure igienico/sanitari e degli spazi, condividono con continuità obiettivi e valore dei progetti terapeutici. I diversi contratti, le diversità di salari e dipendenze amministrative, le divisioni fra operatori, non rende i diritti ed i doveri strumenti di efficacia e di efficienza dell’offerta sanitaria, ma permette un’involuzione definitiva del diritto alla salute. Bisogna essere chiari quando si parla delle “risorse umane” per garantire salute: o si fanno gli interessi di ditte e cooperative per garantir loro illeciti profitti nelle aziende sanitarie o si può risolvere il problema, come si sta facendo in altre aziende attuando l’internalizzazione di tutti gli operatori indispensabili per l’assistenza diretta che non possono essere né ridotti né tantomeno eliminati o sostituiti. La battaglia è iniziata, volendo dirla tutta, nel lontano 2001, quando la Regione Calabria emanò un concorso per la riqualificazione del personale nella nuova figura di Operatore Socio Sanitario OSS istituito con accordo stato regioni del 22 febbraio 2001, (La nuova figura venutasi a creare in virtù di questo accordo racchiude di fatto il vecchio Operatore Socio Assistenziale OSA e il vecchio Operatore Tecnico Addetto all'assistenza. In pratica un nuovo operatore versatile e con mansioni quindi di carattere sociale e sanitario ovvero un operatore in grado di lavorare appunto nel contesto sociale e/o sanitario), per circa 150 unità con la riserva del 30% al personale che operava con le ditte appaltatrici di servizi. Per molti anni il concorso si bloccò fino al 2006 quando con un accordo regionale si realizzò una riqualifica al personale interno ed delle ditte appaltatrici di servizi ospedalieri. Infatti nel 2006 proprio quando abbiamo preteso ed ottenuto, grazie anche ad una vostra pressione regionale, un corso di riqualificazione che la Regione Calabria con la deliberazione della Giunta regionale n. 21 del 15 aprile 2002 come modificata ed integrata dalla deliberazione della G.R. 446/2006, ha imposto alle aziende ospedaliere calabresi e territoriali. Nel 03.03.2008 con un protocollo d’intesa tra le OO.SS. e la giunta Loiero deliberò la stabilizzazione del personale sanitario ed l’internalizzazione dei servizi ospedalieri. La stabilizzazione di molte unità in Calabria è avvenuta mentre l’internalizzazione è stata evasiva. Oggi chiediamo di essere la nostra voce in senno al Presidente Scopelliti , che possa far capire al tavolo Massicci che la nostra non è una nuova assunzione per i motivi sopracitati, ed in caso di negazione se non di più, una legge, come è stata decretata pochi mesi fa, per la fondazione Campanella, che se pur azienda privata , verrà assorbita appena il piano di rientro perderà i suoi effetti. Perché non farlo anche per gli Operatori Socio Sanitari riqualificati dalla stessa regione? Lo stesso On. Scopelliti ha esordito chiedendo l’intervento dei sindacati confederali regionali per avere modo di definire questa dannosa ed estenuante vertenza."

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