Maxi frode fiscale da oltre 2 milioni di euro tra Calabria e Veneto

Reggio Calabria Cronaca

La Guardia di Finanza di Melito di Porto Salvo ha smascherato un sistema di frode fiscale in materia di IVA intracomunitaria, attraverso il meccanismo noto comunemente come "frode carosello" che ha ad oggetto le transazioni commerciali in cui sono coinvolte imprese aventi sede in diversi Stati membri dell'Unione Europea. L'indagine, sviluppatasi tra la Calabria ed il Veneto, ha interessato il settore del commercio di autoveicoli e ha permesso di scoprire due imprese individuali "invisibili", che avevano il ruolo di "cartiere", il cui scopo era di celare l'effettivo cessionario delle operazioni. Tre le persone segnalate alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria con l'accusa di "dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti", "omessa dichiarazione", "emissione di fatture per operazioni inesistenti", "falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico" e "occultamento di scritture contabili". Emersi elementi positivi di reddito pari a 1,6 milioni di euro non dichiarati, stessa cifra per l'Irap, 300.000 euro di IVA dovuta e non versata nonché fatture per operazioni inesistenti per 1,1 milioni di euro.

IL FATTO | Il meccanismo fraudolento è così sintetizzabile: un'impresa importatrice, con sede in Melito di Porto Salvo, in realtà priva di mezzi, di strutture operative e di capacità finanziaria (quindi di fatto inesistente), acquistava in modo cartolare dalla Germania e dall'Austria degli autoveicoli che cedeva ad altra impresa fantasma, dopo aver ottenuto illecitamente, mediante la presentazione di false dichiarazioni sostitutive di atto notorio, l'immatricolazione dei veicoli oggetto della frode, caricando così su di sé, senza mai versare i tributi, l'intero debito di imposta sul valore aggiunto (I.V.A.), pari al 20% del prezzo dell'autoveicolo in cambio di una remunerazione fissa per il titolare. In realtà, l'unico e reale acquirente delle automobili è risultata essere una società operante nel commercio di autoveicoli con sede nella provincia di Venezia. In tal modo il reale acquirente ha potuto portarsi in detrazione l'IVA mai versata ottenendo un illecito risparmio del 20% sul prezzo finale delle automobili. Ciò gli ha consentito di poter offrire le vetture a prezzi competitivi rispetto a quelli esposti dagli operatori corretti.