Corigliano, “Una lotta per la vita” avvia monitoraggio sul funzionamento del “sostegno” nelle scuole
“La figura dell’insegnante di sostegno è stata introdotta nella Scuola italiana con la Legge n. 517/1977. Essa prevede che nelle scuole dell’obbligo, laddove vi siano alunni portatori di handicap, operino anche insegnanti specializzati, al fine di attuare forme di integrazione e garantirne il pieno inserimento”.
È quanto ricorda il presidente dell’Associazione Onlus “Una lotta per la Vita”, Gabriele Montera, che annuncia l’avvio di una significativa iniziativa sul territorio.
“La nostra Associazione sta ricevendo – dichiara Montera – numerose sollecitazioni e segnalazioni circa il funzionamento svolto dalle insegnanti di sostegno nel comune di Corigliano. Poiché nasciamo come sodalizio che intende operare in stretta sinergia con le istituzioni del territorio, abbiamo deciso di avviare un’accurata azione di monitoraggio sul territorio per vigilare su quanto accade negli istituti cittadini, registrando opinioni e segnalazioni di cittadini, genitori, famiglie e soprattutto alunni. Si tratta di garantire un diritto sacrosanto per tanti bambini e ragazzi che deve essere svolto al meglio e noi saremo in prima fila per denunciare eventuali situazioni che vanno nella direzione opposta. L’insegnante di sostegno, infatti, presta servizio nelle scuole dell’infanzia, nelle primarie, nelle secondarie di primo grado e, dal 1992, anche nelle secondarie di secondo grado. Partecipa alla programmazione didattica ed educativa insieme agli altri insegnanti e ne integra l’attività con interventi orientati a favorire lo sviluppo degli allievi portatori di handicap. La sua azione è mirata all’integrazione non solo scolastica ma anche sociale dell’alunno e al potenziamento delle sue abilità”.
“Plauso all’Associazione “Una lotta per la Vita” – aggiunge il giornalista Fabio Pistoia, responsabile dal punto di vista comunicativo delle iniziative del sodalizio – che, quale Organizzazione non lucrativa di utilità sociale operante sul territorio locale e nazionale, si prefigge di affiancare numerose famiglie anche in questo campo così delicato. L’insegnante di sostegno, difatti, deve saper leggere i problemi cognitivi, affettivi e relazionali dell’alunno e svolgere un’azione di coordinamento e di guida all’interno del consiglio di classe, al fine di elaborare una programmazione educativa e didattica che permetta la realizzazione di un progetto di vita globale, cioè non limitato all’apprendimento scolastico. Inoltre, amplia la sua funzione didattica stabilendo rapporti con gli operatori socio-sanitari del territorio e con la famiglia. Una parte del lavoro dell’insegnante di sostegno, al pari degli altri insegnanti, si svolge al di fuori della classe e riguarda la programmazione didattica, la preparazione e la correzione degli elaborati, lo svolgimento degli esami, gli incontri con i genitori e con i vari organismi collegiali, e il proprio aggiornamento culturale e professionale attraverso corsi specifici. Ben venga, dunque, l’iniziativa avviata e destinata a riscuotere consensi”.