Pd Crotone: promotore di una nuova fase politica e sociale

Crotone Politica

"La crisi economica a cui l’Italia intera sta assistendo è purtroppo argomento ricorrente e ampiamente dibattuto in Calabria, regione che, suo malgrado, convive storicamente con le difficoltà economiche in modo, potremmo quasi dire, strutturale. - Comunica una nota stampa del Partito democratico di Crotone - Nel tempo l’impossibilità di dare risposte ai cittadini su tematiche importanti come lavoro e sviluppo ha di fatto radicato in profondità una crisi ben peggiore rispetto a quella economica: quella sociale. Questa nel tempo ha investito i ceti più deboli e maggiormente condizionabili da fattori come l’atavica mancanza di lavoro. La politica, nella nostra regione non sempre è stata immune dalla tentazione di cogliere tali richieste di aiuto mettendole su un piano di scambio tra consenso e soluzioni spesso personali e non sistemiche ai bisogni della gente. A volte dove non è arrivata la politica a risolvere i problemi di miseria della gente, si è inserita la criminalità organizzata, che sul bisogno delle persone ha sempre fatto leva per rimpinguare le fila della propria manovalanza. I giovani del PD che in Calabria si stanno incontrando nei diversi territori al motto di “Rifare l’Italia”, partendo proprio da queste consapevolezze non si sottraggono dal trattare il tema della legalità e dello sviluppo. A Catanzaro per esempio, dove si è dibattuto dei temi citati poc’anzi insieme ad Andrea Orlando, è emerso che la debolezza della politica e delle scelte fatte in Calabria hanno generato nel tempo una distanza evidente e una progressiva mancanza di fiducia verso le istituzioni e le organizzazioni politiche da parte dei cittadini e in particolare dei più giovani.

Ma accanto a questa considerazione è d’obbligo sottolineare che accanto ai giovani e ai cittadini sfiduciati esistono giovani democratiche e democratici che con un impegno costante sostengono nel proprio partito un’esigenza di rinnovamento, e non di rottamazione vogliamo sottolineare, per rinvigorire quella politica nella quale ancora, in molti, credono, e alla quale guardano come nobile arte di governare le società, avendo a cuore le sorti e il benessere di tutti e non solo di pochi. - Continua la nota - Nel nostro scenario regionale è grande l’occasione venutasi a creare a Catanzaro dopo le dimissioni di Michele Traversa, che hanno nuovamente ridato alla città capoluogo di regione l’occasione di puntare su un giovane brillante e dal grande senso di responsabilità quale Salvatore Scalzo, nuovamente pronto e disponibile alla competizione elettorale pur di affermare a Catanzaro un nuovo esempio di buona e nuova amministrazione. È questo che significa essere dirigente di partito: farsi trovare pronto, lavorare per il bene comune, impegnarsi per affermare che giovane non è sinonimo di superficialità ma al contrario di affidabilità, di nuove competenze, di dinamismo, di idee nuove, di approcci nuovi, che non hanno la presunzione di sottrarsi al confronto con l’esperienza, importante, ma non sufficiente in un mondo che gira a velocità supersonica.

Ed è proprio in quest’ottica che assume un’importanza particolare “Rifare l’Italia”, un’esperienza entusiasmante per quei tanti giovani impegnati a dare il loro contributo di idee per il rilancio della Calabria. Uno strumento grazie al quale molte democratiche e molti democratici dell’intera regione stanno cementando dei rapporti importanti, solidi, attorno ai quali far nascere la nuova politica del PD e della Calabria.

La partita di Catanzaro noi non la consideriamo solo quella di Salvatore Scalzo, ma la partita di tutti quei giovani dirigenti del Partito Democratico impegnati in questo nuovo percorso di crescita, di quei giovani che pongono l’esigenza di un nuovo corso della politica calabrese, che sia più impermeabile ai condizionamenti e alle influenze provenienti da ambienti malavitosi e maggiormente rivolta al futuro e al rinnovamento. La candidatura a sindaco di Scalzo, che sarebbe riduttivo e fuorviante ridurre in un ambito esclusivamente locale, va invece inquadrata in una dimensione più larga, regionale, che serva ad aprire concretamente una seria riflessione nel Partito Democratico sul tema del rinnovamento dei modi e delle idee rappresentate da questa grande forza popolare. - Conclude - L’esigenza di impegnare politicamente la nuova classe dirigente del PD non è altro che la volontà del partito di farsi promotore di una nuova fase politica e sociale del Paese, fase che non può che camminare su gambe nuove e su rinnovati esempi di “servizio” ai cittadini."