Rai, Gardi: “Riforma servizio pubblico, politica faccia sua parte”
"Il dossier sulla Riforma della governance della Rai non può essere di esclusiva competenza del Governo Monti. L'attuale legge e le pronunce della Corte costituzionale assegnano un ruolo centrale al Parlamento nelle scelte e negli indirizzi del ervizio pubblico". Lo ha detto a Reggio Calabria, Dino Gardi, del Cdr di Rai Calabria e membro dell'esecutivo nazionale del sindacato dei giornalisti Rai, intervenendo a nome della componente Usigrai "l'Alternativa" al convegno promosso dalla FNSI e dal Sindacato giornalisti calabresi su "Professione, Previdenza, garanzie e libertà", presenti tra gli altri il segretario della FNSI, Franco Siddi, il presidente dell'Inpgi, Andrea Camporese e il segretario di Assostampa Calabria, Carlo Parisi.
"Pertanto, ha detto ancora Gardi, "Usigrai, FNSI, Ordine dei giornalisti, INPGI e Casagit, dopo aver chiesto l'intervento di Monti devono ora lanciare un appello alle forze politiche per un percorso comune che individui uno strumento legislativo in grado di cambiare i criteri di nomina dei vertici Rai. L'azienda non può più aspettare. Ci sono - prosegue il giornalista - editori italiani e stranieri che vorrebbero mettere le mani sul contratto di servizio pubblico, azzerando un'azienda che ha grandi problemi ma anche enormi potenzialità. In questa situazione, pertanto, ha poco senso polemizzare sulle nomine di eccellenti professionisti come Maccari alla direzione del TG1 e Casarin al vertice della TGR. La sfida - conclude Gardi - deve essere più ambiziosa. Non si deve consentire a nessuno di mettere le mani sulla Rai quindi speculando sulle attuali difficoltà".