Calabria: nel 2011 denunciate dalla Gdf 4.383 persone per di truffe ai danni dell’unione europea

Calabria Cronaca

Il contrasto agli sprechi ed alle frodi nella gestione della spesa pubblica riveste un’importanza senz’altro paragonabile alla lotta all’evasione fiscale ed è stato questo uno degli obiettivi strategici dell’azione della Guardia di Finanza in Calabria. L’attività repressiva è stata svolta d’iniziativa o su delega ora della Magistratura ordinaria ora di quella contabile, nell’ottica del contenimento e della razionalizzazione delle uscite di bilancio, oltre che per contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata nei rapporti con la Pubblica Amministrazione. Queste, nel settore, le linee guida seguite e gli obiettivi perseguiti nel 2011 dal Comando Regionale Calabria:

- lotta alle truffe perpetrate ai danni della Comunità Europea ed ai Bilanci nazionale e locali, per intercettare i finanziamenti pubblici richiesti con manovre fraudolente, recuperando quelli illecitamente percepiti attraverso il sequestro di beni mobili e immobili di valore equivalente, e bloccando quelli richiesti e non ancora erogati;

- individuazione di sprechi nella spesa pubblica e dei conseguenti danni erariali;

- repressione delle frodi commesse dai cittadini che presentano false dichiarazioni ai vari Enti Pubblici per ottenere “prestazioni sociali agevolate” non spettanti. Sono stati conseguiti significativi risultati, nel segno della continuità con le attività promosse e con i riscontri ottenuti negli ultimi anni, nel settore, in Calabria.

In particolare:

- nel contrasto alle truffe perpetrate in materia di finanziamenti comunitari, sono stati denunciati 231 soggetti che avevano illecitamente richiesto aiuti comunitari per oltre 68 milioni di euro. Di questi, oltre 20 milioni sono stati bloccati prima della loro erogazione. Ai responsabili sono stati sequestrati beni, anche nella forma “per equivalente”, per un valore complessivo di oltre 64 milioni di euro. Il fenomeno dell’indebita percezione passa, talvolta, attraverso il coinvolgimento di numerose aziende ubicate in Italia e all’estero. Indicativo tra i tanti è il caso, scoperto nel luglio scorso in provincia di Catanzaro, di un imprenditore che, attraverso la gestione di diverse società, intrattenendo relazioni commerciali fittizie (senza cioè un reale movimento di merci) con aziende italiane e straniere e la predisposizione di falsa documentazione fiscale accompagnata da fittizie movimentazioni bancarie, era riuscito ad ottenere finanziamenti pubblici europei e regionali per oltre 18 MLN di euro, di cui 8 già indebitamente percepiti. Usufruendo dello stesso meccanismo fraudolento, era inoltre riuscito a esportare capitali all’estero in violazione delle norme valutarie. L’intervento dei militari, realizzato anche attraverso rogatorie internazionali, ha permesso di smascherare il meccanismo di frode, di denunciare 13 persone e di sequestrare beni per circa 30 milioni di euro.

- nel contrasto alle truffe perpetrate in materia di finanziamenti nazionali sono state denunciate 4.152 persone che avevano fraudolentemente richiesto finanziamenti per circa 24 milioni di euro. Di questi, circa 3 milioni sono stati bloccati prima della loro erogazione. Ai responsabili sono stati sequestrati beni, anche nella forma “per equivalente”, per un valore complessivo di oltre 19 milioni di euro. Risalta, nel settore, l’indagine eseguita in provincia di Crotone, che ha portato all’arresto di 8 persone, imprenditori e professionisti, ed al sequestro di beni per oltre 4 milioni di Euro, per la mancata realizzazione di “contratti di programma” destinati ad una serie di investimenti nel comparto dell’energia rinnovabile, stipulati con il Ministero per lo sviluppo economico: la mancata realizzazione progettuale ha determinato un danno per il bilancio dello Stato e della Regione Calabria pari a 4 milioni di euro, incassati dagli indagati e finiti in conti esteri nella loro disponibilità. Significativo, inoltre, il caso di diversi imprenditori del catanzarese, titolari di società tra loro collegate, che attraverso false documentazioni hanno ottenuto indebiti contributi pubblici. Le richieste per i finanziamenti pubblici erano state inoltrate a diversi enti erogatori e per diverse tipologie di fondi al fine di contenere gli importi per ogni singolo contributo e non destare l’attenzione degli organi di controllo. L’intervento delle Fiamme Gialle ha permesso di svelare il disegno criminoso finalizzato a percepire finanziamenti pubblici per un valore di oltre 7 milioni di euro, di cui 2 già percepiti. Le indagini si sono concluse con la segnalazione all’Autorità Giudiziaria di 13 persone fisiche ed il sequestro di un opificio industriale per un valore di oltre 2 MLN di euro.

- sono stati eseguiti 60 interventi, d’iniziativa o su delega della Procura Regionale della Corte dei Conti, che hanno consentito di accertare danni erariali per oltre 195 milioni di euro. Molti i casi segnalati alla Magistratura contabile: dall’illegittima corresponsione di retribuzioni a personale non regolarizzato, all’irregolare gestione dell’attività di libera professione medica intramuraria, alla distrazione dei fondi statali antiusura. Si ricorda, fra le altre, l’indagine sulle stabilizzazioni, in provincia di Cosenza, di 439 unità di personale precario non in possesso dei requisiti necessari all’assunzione definitiva, che ha determinato un danno erariale di circa 14 milioni di euro. Altra iniziativa ha riguardato le posizioni dei medici dipendenti da un’Azienda Sanitaria Provinciale, aderenti all’attività di libera professione intramuraria che ha portato all’accertamento di molteplici illegittimità cagionando un danno erariale per oltre 12 milioni di euro. Si ricorda poi il caso dell’indebito impiego, da parte di un Consorzio, di sovvenzioni statali destinate ad alimentare il “Fondo per la prevenzione del fenomeno dell’usura”, utilizzate invece per investimenti e sottoscrizioni a beneficio di persone o aziende riconducibili al Consorzio stesso; l’importo sottratto alle imprese che avrebbero dovuto beneficiare, in quanto naturali destinatarie, di tali sostegni economici è stato di oltre 10 milioni di euro.

- in materia di “prestazioni sociali agevolate”, definizione che comprende tutta una serie di sussidi economici o materiali (affitti agevolati, tasse universitarie, case popolari, gratuito patrocinio, buoni libro, ecc.) forniti da diversi enti pubblici (regione, provincia, comune, università, ecc) in relazione alla posizione reddituale dei richiedenti, sono state controllate 728 posizioni e sono state denunciate 108 persone le quali, mediante dichiarazioni non veritiere, avevano ottenuto benefici non spettanti da parte delle amministrazioni competenti.

- in materia di frodi al sistema previdenziale, è stato singolare il caso che ha portato a scoprire, in provincia di Cosenza, 174 persone che avevano riscosso indebitamente assegni sociali I.N.P.S. per un valore complessivo di circa 5 MLN di euro. I soggetti, che da tempo vivevano stabilmente all’estero, allo scopo di accedere ai contributi destinati a cittadini bisognosi (assegni sociali per ultrasessantacinquenni, residenti, che vivono in condizioni economicamente disagiate), si erano trasferiti sul territorio nazionale per il tempo necessario ad acquisire la residenza, aprire un conto corrente bancario o un libretto postale e presentare poi all’I.N.P.S. la richiesta del contributo. Esaurite queste formalità, erano tornati all’estero, nei Paesi di effettiva residenza. L’intervento dei finanzieri è servito, oltreché a scoprire la truffa già consumata per 5 milioni, anche ad evitare che l’I.N.P.S. erogasse ulteriori contributi per 1,5 milioni di euro, pari all’ammontare complessivo dei numerosi assegni sociali pronti per essere erogati.

Per il 2012, l’azione dei Reparti della Guardia di Finanza della Calabria continua ad essere indirizzata con la stessa intensità nel contrasto alle frodi sulla spesa pubblica, per corrispondere, anche in termini di deterrenza, all’esigenza di salvaguardare la correttezza della destinazione delle risorse pubbliche a favore dei progetti di sviluppo e a tutela delle fasce sociali più deboli.