Test universitari manomessi: donna arrestata respinge accuse

Catanzaro Cronaca

Ha respinto con forza ogni addebito, oggi, davanti al giudice per le indagini preliminari, Manuela Costanzo, catanzarese di 37 anni, una delle tre persone finite agli arresti domiciliari nell'ambito del nuovo filone dell'inchiesta sulla manomissione dei plichi contenenti i test per l'ammissione a facolta' a numero chiuso dell'Universita' Magna Graecia negli anni dal 2005 al 2008. Peculato, falso e ricettazione le accuse contestate a vario titolo dai sostituti procuratori Salvatore Curcio e Paolo Petrolo, che ritengono di aver ricostruito uno stabile sistema illecito grazie al quale i testi delle prove per l'ammissione ai corsi di Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Veterinaria dell'Ateneo calabrese venivano rubati in modo che i quesiti potessero essere comunicati prima degli scritti a candidati da agevolare, i quali li pagavano con soldi o favori. L' ex studentessa e' stata sottoposta alla misura degli arresti a casa assieme a Giuseppe La Rocca, di 29 anni, all'epoca impiegato con contratto di prestazione d'opera, e Patrizia Scandale, 28, anch'ella studentessa all'epoca dei fatti contestati. In forza della medesima ordinanza cautelare del gip Tiziana Macri', poi, altre 14 persone sono state sottoposte all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, ed inoltre sono finiti in carcere i principali accusati, Valter Mancuso e Antonio Cuteri, entrambi catanzaresi di 42 anni, impiegato come addetto alla manutenzione uno ed assistente tecnico l'altro delle aule di Medicina all'Universita' Magna Graecia. Ieri, gli ultimi due si sono avvalsi della facolta' di non rispondere nel corso degli interrogatori di garanzia, mentre il solo a parlare e' stato La Rocca, che ha ammesso le proprie responsabilita'. Il giovane, che svolgeva attivita' di vigilanza nel luogo dove erano custoditi i test di ammissione del 2007, ha spiegato cioe' di aver saputo del furto dei plichi, ma di non averlo impedito ne' denunciato perche' gli serviva una raccomandazione di Mancuso per superare un esame. Oggi anche la Costanzo ha risposto alle domande del giudice, affiancata dall'avvocato Piero Chiodo, ma solo per ribadire la propria innocenza. La donna e' accusata di aver ceduto la propria Volkswagen Polo a Mancuso in cambio della copia dei test di ammissione all'Universita', ma nell'aula bunker in via Paglia, a Catanzaro, ha spiegato che l'auto e' stata regolarmente venduta e non regalata. La Mancuso ha precisato che il prezzo pattuito era di 9.500 euro, dei quali i primi 500 euro le furono consegnati subito in contanti dal 42enne, che in seguito le avrebbe versato 5.000 euro in banca, come sarebbe facilmente riscontrabile da una verifica sul suo conto, mentre lei non avrebbe mai ricevuto il saldo degli ultimi 4.000 euro. Gli interrogatori proseguiranno domani.