I gruppi di minoranza di Serra San Bruno sul caso Zaffino
Riceviamo una nota dei rappresentanti dei gruppi consiliari di minoranza al comune di Serra San Bruno sul caso del consigliere Zaffino a firma di Mirko Tassone, Rosanna Federico, Giuseppe Raffele e Raffele Lo Iacono:
"Ci riteniamo ampiamente soddisfatti dall’esito del colloquio avuto con S.E. il prefetto in merito all’ormai famigerato “caso Zaffino”. Gli elementi emersi nel corso dell’incontro, durato oltre un’ora, rappresentano la garanzia che desideravamo ricevere prima di procedere alla revoca della nostra autosospensione. Possiamo, pertanto, ritornare in consiglio con la consapevolezza di non essere soli a combattere l’indispensabile battaglia per la legalità. Del resto, la tempestività con la quale siamo stati convocati in prefettura ed il tempo dedicato, nonostante gli innumerevoli impegni, da S.E. il prefetto, rappresentano la prova provata dell’allarme destato dal “caso Zaffino”. Per senso di responsabilità e per la delicatezza del tema, riteniamo opportuno non divulgare il contenuto del lungo e proficuo colloquio. Tuttavia, giudichiamo necessario rendere noti due importantissimi elementi. Nel corso dell’incontro è, infatti, emerso con certezza che, come dichiarato in consiglio, l’assessore Zaffino ha presentato un esposto in procura e per conoscenza in prefettura.
A ciò si aggiunga che, contrariamente a quanto sostenuto in campagna elettorale dall’allora coordinatore provinciale del Pdl, Valerio Grillo, la lista capeggiata da Bruno Rosi non è mai stata sottoposta al vaglio della prefettura per una verifica preventiva dei componenti. Sarebbe interessante, soprattutto, in una regione, come la nostra, dove i processi di formazione del consenso seguono, talvolta, percorsi extra politici, capire le ragioni per le quali, nel bel mezzo della campagna elettorale, sia stata divulgata ad arte una menzogna tanto clamorosa. Prendendo atto della sensibilità e dell’attenzione della prefettura, sul “caso Zaffino” non possiamo non registrare l’assordante silenzio del sindaco e della sua maggioranza. Un silenzio che sta assumendo i tratti tipici dell’omertà. Viene da chiedersi, quindi, dove sia andato a finire quel “dovere morale” di cui l’attuale maggioranza parlava durante le elezioni; è forse morale che un sindaco sbugiardato pubblicamente da un suo compagno di partito non senta la necessità di intervenire? Sull’intera vicenda va fatta chiarezza, i cittadini hanno bisogno di sapere cosa ci sia di così inquietante dietro la defenestrazione dell’ex assessore. Il sindaco ha il dovere di informare la cittadinanza, di spiegare le vere ragioni, in caso contrario sull’intera cittadina rischia di proiettarsi l’ombra sinistra del sospetto. A questo punto, la sconcertante coltre di mistero può essere dissipata solamente dagli interessati. Che il fatto sia maledettamente serio e preoccupante lo dimostra anche il distacco con il quale la vicenda è stata trattata dal Pdl sia su scala locale che provinciale, tanto più che il coordinatore provinciale è anche capogruppo nel consiglio comunale serrese. Fino a prova contraria, infatti, Zaffino è regolarmente iscritto al partito berlusconiano, pertanto, appare strano che nessuno abbia avvertito la necessità di affrontare il caso. Rivolgiamo, quindi un appello al sindaco ed al consigliere Zaffino affinché rendano pubblico il contenuto dell’esposto, mettendo, così, fine agli inquietanti sospetti avanzati dalla vox populi. Fin quando gli interessati non sentiranno il dovere morale, civile ed istituzionale di fare chiarezza, continuerà a rimbombare l’eco di quelle parole rivolte al sindaco dal consigliere Zaffino: “la verità la sai tu, la so io, la sa tutta la maggioranza”. Beh, quella verità vorrebbero saperla anche i serresi!"
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