Operazione Lancio, 18 arresti a Reggio. In manette i favoreggiatori del latitante Condello
I carabinieri del Ros e del comando provinciale di Reggio Calabria hanno eseguito 18 provvedimenti di fermo emessi dalla direzione distrettuale antimafia, nei confronti di indagati per associazione mafiosa, procurata inosservanza della pena, favoreggiamento personale ed intestazione fittizia di beni, aggravati dalle finalità mafiose.
Al centro dell’indagine, il circuito di sostegno economico e logistico al latitante Domenico Condello, 56 anni, cugino di Pasquale Condello detto “Il supremo” ed arrestato nel febbraio 2008 dopo 11 anni di latitanza. Domenico è ricercato dal 1993 (inserito nell’elenco dei latitanti di massima pericolosità e faceva parte del “Programma Speciale di Ricerca”) ed è esponente di vertice della ‘ndrangheta reggina.
I 17 ARRESTATI nel corso dell’operazione, denominata “Lancio” dovranno rispondere a vario titolo di aver agevolato la latitanza di Domenico Condello (sfuggito di nuovo all'arresto); di aver fatto parte “dell’associazione di tipo mafioso denominata ‘ndrangheta, nella sua articolazione territoriale denominata cosca Cosca Condello” e di “intestazione fittizia”.
IL BLITZ DI OGGI costituisce la naturale prosecuzione dell’operazione “Reggio-Nord”, portata a termine dall’Arma di Reggio il 5 ottobre 2011 e nel cui ambito erano stati individuati una parte degli interessi economici dell’articolazione reggina della ‘ndrangheta legata allo stesso latitante, quelli relativi all’acquisizione de “Il Limoneto”, ed ha documentato le modalità esecutive dell’operazione di intestazione dell’attività commerciale a soggetti “puliti”.
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Aggiornamento H. 8:00 | Tra le persone arrestati stamani vi sono anche cinque donne. Si tratta di Margherita Tegano, convivente del boss, Caterina Condello e Giuseppa Condello, cugine del latitante, tutte accusate di aver ostacolato la cattura del congiunto; Giuseppa Santa Cotroneo, Maddalena Martino e Mariangela Amato, indicate dagli inquirenti come figure principali con compiti di prestanome - all’interno della cosca - in molte attività imprenditoriali della famiglia.
Giuseppa Santa Cotroneo è la suocera dell’ergastolano Pasquale Condello, 49 anni, e secondo il pentito Paolo Jannò si sarebbe adoperata per nascondere armi e auto e favorire la latitanza di alcuni capi storici del clan Imerti-Condello-Tegano, negli anni ’80 e inizio ’90 impegnati in una guerra di mafia a Reggio Calabria che ha provocato circa mille morti. Secondo le indagini i fermati utilizzavano per i loro spostamenti auto sempre diverse e parlavano al telefono usando termini gastronomici per discutere di situazioni delicate che riguardavano il latitante.