Il segretario generale Uil di Crotone Tomaino sulle infrastrutture
"Tutto sommato lo scenario, inteso nel senso della dotazione infrastrutturale del territorio provinciale, è davvero sconfortante: un aeroporto in perenne crisi logistica, organizzativa e funzionale, anche se in questi ultimi tempi si intravedono spiragli intorno ai quali poter costruire un’azione di rilancio; un porto dalle grandi ed inutilizzate potenzialità; una ferrovia candidata ad occupare una postazione privilegiata nel museo delle cose che furono ed infine, una strada di cosiddetta grande comunicazione, che non solo non costituisce , ne mai ha costituito, aiuto alcuno allo sviluppo del territorio ma assume sempre più i connotati di una fabbrica della morte. - Comunica una nota stampa di Mimmo Tomaino, segretario generale Uil - Eppure tutti, ma proprio tutti, ci attardiamo in continuazione a sostenere che la soverchia povertà infrastrutturale rappresenta una grave limitazione a qualsiasi forma di sviluppo, ma possiamo affermare a qualsiasi forma di crescita culturale e sociale.
Perché si consumano insidiose e spesso inconsapevoli forme di isolamento che finiscono per compromettere la voglia di fare e di misurarsi, di intraprendere e di competere.
Ciò detto, e senza riempire ulteriormente i “cahiers de doléances”, perché la moltitudine di problematiche che attanagliano il territorio sono davvero tante e davvero troppe, mi limiterò a sostenere una tesi non alternativa, anzi complementare.
Se le cose che ci vengono comunicate sono esatte, la quasi totalità dei fondi è destinata ad interventi verticali con l'obiettivo di rafforzare le infrastrutture materiali e immateriali della regione: trasporto ad alta velocità, trasporto ferroviario locale, potenziamento delle principali arterie, sviluppo del sistema aeroportuale e degli snodi della logistica, sostegno alle energie rinnovabili, sviluppo della rete a banda larga, strumenti per la formazione del capitale umano. - Continua la nota - L'obiettivo di questi interventi è di creare le condizioni affinché l'attività di impresa e la mobilità collettiva, si possano sviluppare pienamente recuperando il gap di competitività attuale e persistente.
Tralasciando la reale necessità di certi tipi di investimenti, quello che lascia veramente perplessi sono le modalità di scelta delle priorità e la scarsa integrazione geografica dei vari interventi.
Ma come per tutte le scelte più importanti, le decisioni sul tipo di infrastrutture in cui una società investe sono soprattutto politico-istituzionali, e purtroppo un reale dibattito su questo problema è, in Calabria, estremamente raro.
Ecco perché dobbiamo guardare meglio nella nostra pur sgangherata economia. Constateremo che quelle imprese che hanno saputo e potuto investire in alta tecnologia, sono passate quasi indenni attraverso la crisi. I temi sono diversi e vanno collocati nei nuovi distretti industriali o clusters: dalla cultura alla scienza della vita, dalla green economia ai beni culturali, dalle energie rinnovabili alle attività rivierasche ed al turismo di nicchia, dalla comunicazione a distanza attraverso la cablatura della Città, all’alimentazione idrica ed allo smaltimento dei reflui.
Sono infrastrutture anche queste e vengono definite “cunicoli intelligenti”.
Occorre, quindi, tenere la barra dritta e concentrarsi sul nodo delle infrastrutture anche e soprattutto dal punto di vista della peculiarità e delle aspettative del territorio. Soltanto in questo modo la Regione potrà davvero sostenere questa realtà a non correre lungo il sentiero di un declino già scritto. Per gestire una trasformazione così profonda, poi, servono responsabilità e lungimiranza. - Conclude Tomaino - Sono, altresì, certo che da qui a breve, tutti insieme ci convinceremo che sarà necessario promuovere una civile e democratica mobilitazione per ricordare che in questa nostra comunità prevalgono i valori della laboriosità e della legalità, i cui limiti della sopportazione rischiano, però, di raggiungere un punto di non ritorno."