Salvatore Pacenza (Pdl) su “Giornata della memoria per le vittime di ‘ndrangheta”
“Suscitano ancora tanta rabbia e indignazione, ma altrettanta voglia di reagire, le 157 vittime innocenti della ‘ndrangheta che si sono susseguite dal 1946 ad oggi, così come documentato negli archivi del conservatorio Francesco Cilea di Reggio Calabria”. Il segretario della Commissione regionale contro il fenomeno della ‘ndrangheta, Salvatore Pacenza (Pdl), rilascia un suo commento in occasione della 17^ Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime della mafia.
“Questi morti – commenta l’onorevole Salvatore Pacenza – sono 157 ferite aperte nel cuore di una regione che reclama a gran voce un riscatto sociale e civile non più rinviabile. L’affrancamento dalla ‘ndrangheta e dalla cultura che la sostanzia è un processo innescatosi da tempo ormai nel cuore e nella mente dei calabresi e che per fortuna reca in sé i connotati dell’irreversibilità. L’augurio, in questo senso, è che anche il mondo della politica e quello dell’imprenditoria seguano, una volte per tutte, l’esempio dettato dalla società civile. Mi associo a quanto dichiarato oggi dal vescovo di Catanzaro-Squillace mons. Vincenzo Bertolone, durante l’audizione avuta in Commissione contro il fenomeno della ‘ndrangheta, in cui il presule ha ricordato come non ci sia storia senza memoria perché sono due aspetti del ricordo che conservano un legame imprescindibile. È proprio in quest’ottica che bisogna storicizzare il ricordo di queste vittime affinché si spinga verso un futuro fatto di legalità e progresso civile. Come ricordato da monsignor Bertolone la memoria è un esercizio quotidiano che deve essere praticato per spezzare le trame di un fenomeno di devianza sociale dimostratosi troppo difficile da debellare. In occasione delle celebrazioni per l’8 marzo ho avuto modi di affermare che in una società a trazione matriarcale, come è ancora in molti casi ancora quella calabrese, le donne hanno avuto e hanno un ruolo fondamentale nella cura e nella crescita del proprio nucleo famigliare. Ecco perché è necessario affidare anche a loro (ma non esclusivamente) lo slancio verso l’affrancamento dalla ‘ndrangheta nelle realtà più arretrate della Calabria, dove l’affiliazione è la deriva naturale di un intreccio famigliare e culturale che caratterizza quella società”.