Gimigliano. Anziano morto in RSA, chiesti sei rinvii a giudizio
Potrebbero essere chiamati a rispondere di concorso in omicidio colposo un medico, un paramedico e quattro operatori socio sanitari, in servizio presso la casa di cura "Rsa Madonna di Porto" di Gimigliano (Catanzaro), dove il 6 dicembre del 2009 un anziano non deambulante, Giuseppe Nesticò, è morto, dopo essere caduto dal divano, sbattendo la testa prima sulla propria sedia a rotelle e poi sul pavimento. Per i sei indagati la Procura di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio ed oggi davanti al giudice Assunta Maiore avrebbe dovuto tenersi l'udienza preliminare che, però, è stata rinviata a causa di difetti di notifiche.
"Trauma cranio-encefalico con ematoma subdurale a carico dell'emisfero cerebrale sinistro" a seguito di "ematoma intracranico post traumatico" la causa del decesso diagnosticata dal medico legale, Federica Colosimo, nominato all'epoca dei fatti dal sostituto procuratore Elio Romano, che, su segnalazione dei familiari dell'anziano deceduto, ha avviato le relative indagini condotte dagli uomini del Nisa. Secondo la ricostruzione dell'ufficio di Procura, la mattina del 6 dicembre di due anni fa gli operatori sanitari, su disposizione di un dottore, avrebbero collocato il paziente Nesticò sul piano di seduta "senza particolari cautele tali da impedire l'involontaria e repentina caduta, come ad esempio accomodare il paziente su una sedia a rotelle dotata di apposita cintura", per poi dedicarsi ad altro, piuttosto che controllare l'anziano.
Questi, sempre secondo l'accusa, era cosi' caduto sbattendo la testa senza che chi di dovere se ne accorgesse, di qui l'accusa di concorso nell'omicidio colposo per gli indagati (difesi dagli avvocati Gioconda Soluri, Giacomo Maletta, Vittorio Ranieri, Rosa Lamanna, Paola Parentela, Antonio Gigliotti, Salvatore Varano e Simona Cavalieri).