Le ali per Cosenza su agenzia beni confiscati
Riceviamo e pubblichiamo comunicato stampa del movimento "Le ali per Cosenza" su agenzia beni confiscati
"La sede dell’Agenzia Nazionale dei beni sequestrati e confiscati alla mafia dovrebbe essere trasferita a Roma o Palermo per ragioni logistiche. La detta agenzia, forte di 30 unità, ubicata a Reggio Calabria, in questi anni è stata praticamente paralizzata dalla mancanza di mezzi di comunicazione e soprattutto infrastrutture utili all’assolvimento delle sua importante funzione. Questo è un esempio semplice, ma diretto, come la mancanza di collegamenti efficienti possono paralizzare delle strutture e soprattutto far perdere delle grandi opportunità per un territorio che di occasioni non ne ha molte e che, con il record nazionale della disoccupazione giovanile, non si può assolutamente permettere il lusso di perdersi quelle poche che ha.
Se poi si pensa che questa opportunità si perderà a Reggio Calabria, città, bene o male, servita da una discreta ferrovia e da un aeroporto, oltre che dalla leggendaria autostrada Salerno – Reggio Calabria si può ben immaginare quante occasioni perdono, tutti i giorni, province meno fortunate dal punto di vista infrastrutturale, come per esempio la Provincia di Cosenza, di enorme estensione ma senza ne ferrovia ne aeroporto, arroccata solo sulla leggendaria e funesta SS 106, detta “ La Jonica”. Ovviamente, in un quadro abbastanza mortificante, come quello calabrese, non ci si spiega come lo stesso governo regionale, da una parte protesta per l’insufficienza delle infrastrutture di Reggio Calabria, che, come dicevamo le infrastrutture, bene o male, ce le ha, e dall’altra, a giorni alterni, affossa la realizzazione di nuove infrastrutture in province, sempre della stessa regione, che queste infrastrutture nemmeno le hanno, vedi, appunto il tanto reclamato aeroporto della Provincia di Cosenza. Siamo alla famosa, quanto diabolica, “ guerra tra poveri ”, invece di augurarsi il meglio e cercare di ottenere l’ottenibile per la regione, si cade nel triste vortice dell’invidia dove, da fratricidi, ci si spia per vedere cosa ha l’uno e non ha l’altro, cosa ci si può togliere a vicenda e, peggio, e qui il caso specifico dell’aeroporto, chi ce l’ha non vuole che ce l’abbia nessun altro, anche se questo nessun altro, altri non è che una provincia sorella, ed anche della stessa regione.
In questo fantastico scenario il territorio, le province e quindi la Regione Calabria, perdono delle occasioni preziose, rinunciano a crescere e continuano a sprofondare nel loro cosciente quanto colpevole isolamento. La morale di questa favola è amara, di fronte ad una evidente mancanza di capacità competitività non si cercano soluzioni ma si accampano scuse e si perdono opportunità."
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